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Marco Malfatto (Comunità San Benedetto al Porto di Genova)Le piogge torrenziali che hanno investito la città di Genova nelle giornate del 9 e 10 Ottobre 2014 hanno lasciato ancora oggi una insolita traccia del loro passaggio. La furia di quelle giornate ha infatti inferto l’ennesima ferita al già fragile stato dei servizi che si occupano di dipendenze in città. Il Ser.T di C.so De Stefanis, riferimento per i cittadini abitanti nel Distretto Socio Sanitario 12 (300 km quadrati che vanno dalla foce del Bisagno alla Val Trebbia e sino al confine con la provincia di Piacenza), è stato dichiarato inagibile. Le forti piogge hanno reso pericolante un muro limitrofo alla struttura, che la rende pericolosa. E’ stata identificata una nuova sede definita provvisoria, presso la zona dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto dove è già ubicato il Sert territoriale afferente al Distretto Socio Sanitario 6. Sono passati due anni, e la sede lì è rimasta. Per i genovesi di quel territorio questo costituisce un profondo disagio dovendosi spostare praticamente in un’altra città per la somministrazione di terapia e per usufruire degli altri servizi.

Qualche mese fa un’altra tegola è caduta sui servizi delle dipendenze; non è solo una metafora ma la conseguenza letterale del crollo di parti del tetto nella sede del Sert dei distretti 9 e 10, immagine non più metaforica di un sistema di servizi che procede verso lo sfascio. Nonostante la sede sia stato presto ripristinata (questa volta nel territorio pertinente, ma sempre con l’accorpamento di due distretti che presentano un carico smisurato di utenti), i disagi sono sempre più tangibili. Ma finalmente qualcosa succede: gli operatori dei servizi hanno indetto uno sciopero.

Scioperano per l’abbandono di un sistema la cui storia, soprattutto nella città di Genova [1], narra di integrazione profonda con il tessuto del florido privato sociale. E testimonia un insieme di interventi che spesso sconfinano negli ancor più fragili territori dei servizi sociali tout court, e nella presa in carico di problemi in espansione come l’alcolismo giovanile, il carcere, il gioco d’azzardo. Mentre tutti i dati sul consumo problematico di sostanze segnano un aumento soprattutto nella popolazione giovanile [2], in una Regione con una diffusione dell’eroina sopra la media nazionale [3] anche tra la folla di detenuti nel carcere di Marassi, il personale dei servizi per le dipendenze è da sempre in contrazione, e il budget a disposizione dei Sert per l’inserimento in percorsi nelle strutture accreditate è continuamente sottoposto a tagli.

Martedì 8 Novembre con una conferenza stampa presso la sede della ASL3 di Via Bertani i dipendenti dei Sert genovesi hanno annunciato uno sciopero che si terrà Martedì 15 novembre. Ritrovo alle 9 nella stessa sede, assemblea e poi marcia verso i palazzi della Regione, verso le sedi in cui i policy makers potrebbero operare un’inversione di rotta. Ci meraviglia, positivamente, questa storica reazione. Perché l”eutanasia della democrazia” come amava citare Don Gallo, passa soprattutto attraverso la disgregazione della coesione e di condivisione di un obiettivo comune. E qui non si parla di rivendicazioni salariali, ma di una rinnovata attenzione alla qualità di un sistema integrato di servizi che negli anni ha dimostrato, nonostante le contrazioni economiche, di produrre innovazione degli interventi ed una razionalizzazione della spesa realmente funzionale alla loro qualità.

[1] Si è consolidato nel tempo un modello di relazione tra Servizi e di rapporti tra operatori che ha permesso di “divenire, in Italia, il Sistema di Servizi maggiormente integrato tra Pubblico e Privato Sociale” (questa affermazione dell’allora Ministra Livia Turco è riportata dagli Atti della Conferenza Nazionale sulle Droghe svoltasi a Genova nel 2000).

[2] Dipartimento Politiche Antidroga – relazione annuale al parlamento 2015

[3] Vedi http://www.liguriainformasalute.it/sanita/ep/risorse%20comuni/pdf/03_Panoramica.pdf