Non siamo particolarmente delusi per il rinvio a novembre del testo sull’uso terapeutico della cannabis sul quale le commissioni Giustizia e Affari sociali hanno lavorato per mesi. In fondo il testo “Miotto” non aggiunge niente di significativo all’attuale legislazione sull’uso terapeutico che soffre solo di una scandalosa mancata applicazione.
Purtroppo dobbiamo invece rilevare come si continui a giocare con la pelle delle persone per miserevoli calcoli di tattica prima politica e parlamentare. In questo caso parliamo di persone il cui diritto alla cura viene colpevolmente ignorato e, rileggendo alcuni emendamenti, anche irriso da chi istituzionalmente avrebbe l’obbligo di occuparsene.
Il testo arrivato in aula rappresenta solo una sbiaditissima ombra di quella riforma sulla cannabis che il paese aspetta da tempo, a partire della depenalizzazione completa della coltivazione ad uso personale, almeno per i malati. Le 60.000 firme presentate alla Camera insieme alla legge di iniziativa popolare sono il segno che la società chiede a gran voce una regolamentazione legale della cannabis. Esse sopravviveranno a questa pessima legislatura, con l’augurio che il prossimo confronto elettorale ponga attenzione ai milioni di consumatori di cannabis del nostro paese.
Forum Droghe insieme a numerose associazioni promuoverà questo confronti di fronte ai cittadini. Aspettiamo dalla politica segnali ben più seri e decisi di riforma della normativa sulle droghe, di cui la legalizzazione della cannabis rappresenta ormai un passaggio che dire scontato sarebbe riduttivo. Dopo 27 anni la legge attuale ha dimostrato tutta la sua dannosità: fiumi di inchiostro sono stati spesi per dimostrarne la pericolosità e l’inadeguatezza. Come al solito non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.