E’ interessante l’ultimo dato Gallup sull’uso di marijuana nella popolazione americana. Premettendo che non si tratta di una vera e propria indagine, bensì di un sondaggio su 1.021 adulti maggiori di 18 anni e che vivono in tutti i 50 stati USA e nel Distretto di Columbia, i trend rilevati dalle risposte alle domande che l’istituto di sondaggi ripete da molti anni sono significativi. Del resto i dati sono piuttosto vicini a quelli ufficiali, come vedremo in seguito.
Record di americani che hanno fatto uso di marijuana
Il dato del consumo di cannabis nella vita è in recente e continua ascesa, dal 4% del 1969 sino al 45% di quest’anno. Se da fine anni 80 sino al 2011 il dato è rimasto complessivamente stabile, aggirandosi intorno al 35%, dal’inizio dell’era delle legalizzazioni, Colorado e Washington in primis (2012) vi è stato un repentino aumento di 7 punti in pochi anni. Come sempre questo dato può essere letto in due modi: da un lato un aumento reale del consumo, dovuto alla maggiore facilità di reperimento della sostanza, dall’altro un effetto di rimozione dello stigma per i consumatori che prima non rivelavano le proprie abitudini, dovuto principalmente alla maggiore accettazione sociale della marijuana.
In calo in consumatori abituali di marijuana
In controtendenza invece la percentuale di americani che riportano un uso abitutale di marijuana: una diminuzione di 1 punto percentuale che porta il dato al 12%. Anche se Gallup ha iniziato a sondare la popolazione americano da pochi anni, il dato rivela una sostanziale stabilizzazione del consumo abituale, nonostante i “timori” legati all’avvio delle legalizzazioni volute dai referendum. Va rilevato come al momento le legalizzazioni realmente partite coinvolgono una piccola parte della popolazione americana. Solo dal 2018, con la partenza della marijuana legale in California e negli altri stati che si stanno attrezzando in questi mesi, si potrà capire meglio l’effetto sulla popolazione americana delle nuove politiche adottate.
Chi consuma marijuana?
La tabella della divisione per sottogruppi rivela invece come i maggiori consumatori di cannabis siano, giovani, maschi e con un reddito basso. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma.
Il commento al sondaggio dei ricercatori
“Con 29 stati che permettono l’uso medico della marijuana, e 8 che ne permettono anche l’uso ricreazionale, la cannabis legale sta prendendo il suo posto nella società americana” commentano i curatori del sondaggio. “Ci potranno essere ostacoli affinchè la marijuana sia completamente “accettata” negli Stati Uniti. Il Procuratore generale Sessions sembra voler intervenire sull’uso di marijuana, e la guida sotto l’influenza di cannabis continua ad essere un problema per molti. Nonostante gli ostacoli legali, una percentuale record di american dicono di aver provata la marijuana.”
“Fumare canne non è ancora più frequente che il fumo di sigarette, che negi USA è al 17%, ma l’uso di marijuana è ai suoi massimi. Se altri stati legalizzerano la droga, l’uso regolare – o almeno la sperimentazione della marijuana – potrebbo salire. La legalilzzazione potrebbe conferire una certa accettazione sociale della droghe. La speranza di Session di perseguire i crimini anche a livello statale potrebbe essere una barriere, ma è improbabile che un settore economico multimiliardario possa essere fermato.”
Cosa dicono le indagini ufficiali sull’uso di marijuana negli USA
La più rilevante, quella sugli studenti, è a dir poco scioccante per i proibizionisti oltreoceano. Una generale diminuzione dei consumi di cannabis da parte degli studenti USA, come potete verificare addirittura sul sito del NIDA. Un dato peraltro anticipato dai dati del Colorado dove questo trend è iniziato immediatamente dopo la legalizzazione. Resta invece in un trend di costante aumento la stima della prevalenza di uso di marijuana nell’ultimo mese nella popolazione generale americana, da alcuni anni più o meno stabile all’8/9%. Almeno sino al 2015, ultimo dato divulgato. L’uso nella vita conferma invece più o meno il dato Gallup: sempre nel 2015 era al 44% nella popolazione generale (dai 12 anni in su) al 15,7% negli adolescenti (12-17 anni) al 52,70% fra i giovani (18-26) e al 46% fra gli adulti (26 e più).