(dal Notiziario Aduc – Andreas Wetz) Dal primo marzo 2007 e’ in vigore una nuova normativa sulla droga, che regola in modo diverso la gestione dei tossicodipendenti in terapia di sostituzione. Gli esperti sentiti da “Die Presse” traggono un primo bilancio negativo.
In quella data il ministero della Sanita’ ha modificato le condizioni generali per i 7.500 tossicodipendenti che si trovano in trattamento medico. Alla base c’e’ il provvedimento, contestato fin dall’inizio, che avrebbe dovuto ridurre abusi e mercato nero delle droghe sostitutive, far diminuire il numero dei morti e migliorare le cure. Sono passati quattro mesi e gli addetti ai lavori si pronunciano nel merito. L’esperimento e’ fallito, afferma drasticamente Karl Nemec, delegato del Consiglio per la droga dell’Ordine dei medici del Tirolo. “Ci attende un aumento di morti per droga”. Motivazione: la domanda di cura per dipendenti da oppiacei -in Austria sono 32.000- supera l’offerta. Dal primo marzo, dice Nemec, il 30%-40% dei medici che se ne occupavano ha rinunciato a farlo per il carico burocratico che comporta e la difficolta’ d’accesso alla formazione integrativa imposta dalla nuova leggge ai medici che abbiano in cura dei tossici. Per questo in Tirolo ora e’ possibile curare i pazienti solo “in caso d’emergenza”. E negli altri Laender la situazione e’ simile. Anche Gabriele Fischer, direttrice del servizio ambulatoriale per drogati all’AKH di Vienna, membro del Consiglio superiore di sanita’ (OSR), giudica necessaria una modifica della normativa. La disturba il fatto che “il regolamento impone ai medici quali medicine usare e quali no”. Cio’ significa, nel concreto, che il prodotto piu’ utilizzato per la sua dimostrata alta tollerabilita’, Substitol, oggi puo’ essere impiegato solo in casi eccezionali: la normativa obbliga espressamente la prescrizione di Buprenorfina quale prima scelta. Per la signora Fischer la complicazione deriva dal fatto che il medico, per legge, e’ obbligato a fornire la migliore terapia possibile a ciascun paziente. “Ma la legge non puo’ sapere quale farmaco e quale terapia siano il meglio per il singolo”. Diversamente dal suo collega tirolese Nemec, Fischer non e’ pero’ contraria alla formazione integrativa obbligatoria per i medici. “E’ utile ai pazienti”, sostiene. Ma come emerge dalle ricerche fatte da Die Presse, e’ proprio la formazione professionale aggiuntiva a creare i maggiori ostacoli. E non perche’ i medici siano di per se’ contrari all’aggiornamento, ma per il grande impegno che cio’ comporta. La maggior parte di loro ha in cura un numero esiguo di tossicodipendenti. E per quei pochi non gli “conviene” continuare a fornire un servizio nelle mutate circostanze. Per il sistema globale e’ un grosso problema, considerato che, finora, la maggior parte dei 7.500 pazienti veniva assistito nei piccoli ambulatori.
Fallito anche l’obiettivo di ridurre il mercato nero del Substitol. Il provvedimento voluto dall’ex ministra Maria Rauch-Kallat, mirava ad impedire, attraverso regole piu’ severe, che i pazienti vendessero al mercato nero la loro razione settimanale per ricavarne un po’ di soldi. La realta’ dimostra che queste regole rendono la vita piu’ difficile soprattutto a coloro che tentano di reinserirsi nel mondo del lavoro perche’ ogni giorno devono andare in farmacia a prendersi il farmaco. Intanto il mercato nero continua a fiorire. “Al Karlsplatz il Substitol circola come prima”, spiega un alto funzionario di polizia. Anzi, essendo a buon prezzo, a Vienna arrivano tossici da tutto il Paese per rifornirsene.
Le aspre critiche degli esperti hanno costretto la nuova ministra della Sanita’ Andrea Kdolsky a reagire: se inizialmente era previsto che la nuova normativa fosse sottoposta a verifica solo alla fine del 2008, fonti del ministero fanno sapere che sara’ anticipata all’autunno del 2007, ossia mezz’anno dopo la sua entrata in vigore.
Tratto da Die Presse del 22 luglio 2007 (traduzione di Rosa a Marca)