(ANSA) – BRUXELLES, 5 SET – La Nato e’ ‘molto preoccupata’ del legame tra la coltivazione dell’oppio e l’insurrezione in Afghanistan e raccoglie l’appello lanciato dall’Onu per un maggiore impegno contro questo fenomeno, ma chiarisce che il mandato della sua missione in Afghanistan non cambia e sollecita tutta la comunita’ internazionale a fare di piu’, perche’ la questione ‘non e’ solo militare’.
L’aumento ‘spaventoso’ della produzione di oppio in Afganistan e’ stato al centro di un incontro oggi alla Nato tra Antonio Maria Costa, responsabile dell’ dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), e gli ambasciatori dell’Alleanza atlantica e dei paesi donatori. ‘Siamo molto preoccupati per il legame tra produzione di oppio e insurrezione’, ha detto Jim Pardew, vice assistente del segretario generale delle operazioni, rappresentante Nato nel gruppo di contatto del Kosovo, commentando il rapporto Onu, presentato la scorsa settimana a Ginevra.
La Nato ‘intende fare di piu” per contrastare un fenomeno che ha raggiunto livelli ‘spaventosi’, in particolare nelle regioni meridionali dell’insurrezione. L’impegno maggiore, incluse azioni di contrasto del trasporto e delle attivita’ di raffinazione dell’oppio, restera’ comunque ‘all’interno del mandato’ della missione Nato in Afghanistan, che e’ focalizzata soprattutto sulla sicurezza e il sostegno al governo afghano per la stabilizzazione. E’ infatti alle autorita’ afghane che – ha rilevato Pardew – spetta far fronte al fenomeno, ‘anche se ovviamente hanno bisogno di aiuto’. ‘Noi faremo del nostro meglio per fare la nostra parte’, ha assicurato il diplomatico americano.
Ma la Nato intende incoraggiare anche la comunita’ internazionale presente in Aghanistan a fare di piu’. L’Alleanza atlantica ritiene infatti che la lotta alla produzione di oppio (8.200 tonnellate prodotte nel 2007, il 34% in piu’ del 2006) ‘non e’ solo una questione militare’, ma richiede molte risposte anche a livello civile. (ANSA).