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(Notiziario Aduc) Si e’ svolta questa mattina a Torino, presso la sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, la conferenza stampa di presentazione di una petizione al Consiglio comunale per una narcosala a Torino.
Ha introdotto la conferenza stampa Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani):

“Mi preme sottolineare tre cose: la prima è la sinergia venutasi a creare fra organizzazioni, gruppi e singoli cittadini che da tempo operano nel campo delle tossicodipendenze e che hanno trovato nella petizione per una narcosala a Torino un minimo comun denominatore, una proposta concreta che può essere esportata anche in altre città italiane; la seconda è che quest’iniziativa ci permette di tornare a parlare dei cittadini tossicodipendenti, considerandoli come “persone che hanno problemi” e non, come è l’andazzo attuale veicolato dai media, come “persone che sono problemi”; la terza è che il contesto politico attuale sarà difficilmente ripetibile: un ministro della Solidarietà Sociale piemontese, Paolo Ferrero, che si è sempre dichiarato favorevole a questa sperimentazione; idem per l’assessore regionale alla Sanità; un sindaco che si è sempre dichiarato disponibile, al suo secondo mandato, plebiscitato dai torinesi, con margini di manovra e di decisione molto più ampi che in passato … coraggio Chiamparino!”.
Alessandro Orsi (Malega 9 Produzioni, presentatore della petizione):

“Se siamo qui oggi è anche perché sono riuscito con altri amici a produrre un documentario (“La stanza dei figli”, www.lastanzadeifigli.it) che, mi pare, evidenzia efficacemente le condizioni drammatiche, nella loro normalità di tutti i giorni, nelle quali molti consumatori si iniettano le sostanze e come potrebbe essere il consumo di droghe in una narcosala (condizione igieniche accettabili, niente stress, assistenza medica, tutte le siringhe utilizzate distrutte e non disperse nell’ambiente).”.
Susanna Ronconi (Presidente di “Forum Droghe”):

“Nell’estate del 2002 vi furono a Torino ben 11 morti per overdose; quell’emergenza provocò un ampio dibattito nell’opinione pubblica e convinse il sindaco Chiamparino a incaricare una commissione di tecnici di vagliare la fattibilità di una narcosala; nella primavera del 2003, la commissione disse “NI” e tutto si blocco’. Ci riproviamo, consapevoli che stiamo parlando di uno strumento di riduzione del danno adottato ormai in mezza Europa; la prima “stanza del consumo” aprì a Berna nel 1986, ora ne esistono 72 e sono state validate dagli appositi organismi dell’Unione Europea. Ci riproviamo, convinti come siamo che gli interessi dei cittadini tossicodipendenti e gli interessi degli altri cittadini non devono necessariamente entrare in collisione: ridurre i rischi e i danni sanitari dei primi significa, nello stesso tempo, aumentare la sicurezza dei secondi.”.
Angelo Giglio (medico servizi tossicodipendenze):

“Appoggio quest’iniziativa perché serve a riaprire il dibattito. Io sono responsabile dell’unità di strada “Can go”, un pulman che gira nei quartieri di Torino per agganciare e assistere i tossicodipendenti. La “sala di consumo” è un vero e proprio “servizio socio-sanitario” rivolto sia alle persone tossicodipendenti sia a garantire il bene comune. Spero che i consumatori escano fuori, diventino attori protagonisti, rivendichino il loro diritto a non essere trattati come cose o come problemi. La sala di consumo rappresenterebbe un utile complemento ai servizi sanitari già esistenti.”
Franco Cantù (Forum Droghe, presentatore delle petizione) si è rifatto all’intervento precedente, portando la sua esperienza di operatore di strada: con la narcosala il consumo di droghe non sarebbe più visibile e non provocherebbe rigetto, insicurezza e paura nell’opinione pubblica.
Domenico Massano (Giunta segreteria Associazione Radicale Adelaide Aglietta, presentatore della petizione):

“In queste settimane abbiamo tenuto degli incontri di formazione, a cui hanno partecipato persone della più diversa estrazione. Con la nostra iniziativa vogliamo portare avanti la cultura dell’accoglienza e riaffermare i diritti di tutti. Per poter presentare la petizione in Comune servono almeno 800 firme di cittadini torinesi che hanno compiuto i sedici anni d’età. Raccoglieremo le firme anche ai banchetti in strada; a partire da domani vi sarà un tavolo tutti i sabati, dalle 10 alle 13, in via Garibaldi n. 14; saranno organizzati anche tavoli infrasettimanali all’Università (Palazzo Nuovo).”.