Si chiama Simon Daubney, addetto alla regolazione delle vele di Alinghi nella scorsa edizione della Coppa America di vela, l’atleta che è risultato positivo ai controlli condotti a luglio dalla “Anti Doping Norway”, una società incaricata di fare i test a Valencia, in Spagna, nell’ambito del prestigioso trofeo velico. Nel suo sangue, fanno sapere ufficiosamente fonti del team, sono state rilevate tracce di cannabis.
In proposito, il velista ha dichiarato in serata: “Ieri sono stato ascoltato dai cinque membri della giuria della 32ma America’s Cup a Londra riguardo al risultato positivo del test.
Mentre la Anti Doping Norway ha trovato tracce di droga ‘ricreativa’ nel campione delle urine, la Giuria ha ritenuto che non c’è stata colpa da parte mia. Per me questo è un sollievo in quanto sapendo di non aver assunto consapevolmente sostanze proibite, mi sono dimesso da Alinghi.
Spero di tornare nel team quando tutto si sarà chiarito”.
Brad Butterworth, il capo del sindacato svizzero detentore della Coppa, nell’esprimere solidarietà a Daubney ha tuttavia fatto sapere che Alinghi “non tollera in alcun modo l’uso di qualsiasi droga”. Il velista sotto accusa ha aggiunto che farà di tutto per dimostrare di essere stato vittima di una “contaminazione” ambientale da cannabis e di non averla assunta consapevolmente.