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(Notiziario Aduc) L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha espresso la sua “profonda delusione” per una sentenza emanata da una corte indonesiana che stabilisce la pena di morte per alcuni crimini gravi, come quelli legati alla droga. La coordinatrice del progetto regionale di Amnesty contro la pena di morte nella regione dell’Asia e del Pacifico Louise Vischer ha detto che Giakarta dovrebbe trovare modi alternativi per fermare i trafficanti di droga.

“E’ legittimo che il governo indonesiano adotti le adeguate misure legali e contro i crimini legati alla droga, ma non esiste alcuna evidenza specifica che la pena di morte distolga i potenziali trafficanti più di altre pene”, ha detto la Vischer. La Corte Costituzionale indonesiana ha respinto ieri l’appello rivolto da tre trafficanti australiani e altri due indonesiani, che si trovano al momento nel braccio della morte. I cinque detenuti, condannati secondo il Codice Penale, hanno contestato la legalità della pena capitale, sostenendo che secondo la Costituzione del paese ogni essere umano ha diritto alla vita. La risposta dei giudici è che il diritto alla vita non è assoluto e che i crimini legati alla droga possono essere puniti con la morte.
La Corte Costituzionale ha stabilito inoltre che gli australiani non sono nella posizione di contestare la legge indonesiana, in quanto sono stranieri. Il capo dell’Agenzia Nazionale Narcotici I Made Mangku Pastika ha elogiato la sentenza: “Nemmeno la condanna a morte può distogliere i trafficanti di droga, figuriamoci se non ci fosse la pena capitale”, ha dichiarato Pastika al Jakarta Post. Il ricorso legale era stato inoltrato dai prigionieri indonesiani Edith Yunita Sianturi e Rani Andriani e dagli australiani Myuran Sukumaran, Andrew Chan e Scott Anthony Rush.
Gli australiani fanno parte dei cosiddetti ‘Nove di Bali’, un gruppo di nove persone che tentarono di contrabbandare eroina da Bali verso l’Australia nel 2005. Rischiano tutti la fucilazione. Nonostante queste dure sentenze, il problema del traffico e del consumo di stupefacenti resta molto serio a Bali, dove sia i residenti che i visitatori stranieri sono coinvolti. Secondo i dati della polizia, il numero totale di casi di droga sull’isola è salito dai 478 del 2005 ai 613 dello scorso anno. Nella prima metà del 2007 erano 302. Nel 2005 furono arrestati 432 balinesi, 558 nel 2006. Altri 30 indonesiani in altre zone dell’arcipelago sono stati arrestati negli ultimi due anni. Quanto agli stranieri, 23 sono stati arrestati nel 2005 e 28 nel 2006. Nei primi sei mesi dell’anno ne sono stati arrestati 10.