Tracce di tutte queste droghe sono state individuate dall’Istituto Mario Negri di Milano nelle acque di scarico del capoluogo lombardo.
Ma anche in quelle della vicina citta’ svizzera Lugano. Le fogne si confermano cosi’ un prezioso ‘specchio’ dei consumi di stupefacenti nelle citta’, perche’ i residui delle dosi assunte passano nell’urina, quindi nelle acque reflue e infine ai fiumi.
I risultati del nuovo studio -dopo i dati shock sull’allarmante presenza di ‘scorie’ di cocaina nel fiume Po, numeri che nel 2005 avevano fatto il giro del mondo- sono pubblicati online sulla rivista americana ‘Analytical Chemistry’. A firmarli sono ancora una volta i ricercatori del Dipartimento Ambiente e salute del centro di via Eritrea, fondato e diretto dal farmacologo Silvio Garattini.
‘Abbiamo perfezionato il ‘detector’ che avevamo utilizzato nello studio diffuso l’anno scorso -spiega all’ADNKRONOS SALUTE Sara Castiglioni, tra gli autori dell’indagine- e grazie alla nuova sofisticata metodologia siamo riusciti a identificare nelle acque fognarie non solo metaboliti della cocaina, ma di tutte le droghe piu’ comuni’. L’analisi ha riguardato ‘numerosi campioni prelevati dalle acque in entrata al depuratore di Lugano e a quello di Milano.
Quest’ultimo non raccoglie le acque di scarico di tutta la citta’, ma della maggior parte (circa un milione di abitanti)’. Per ora i dati sono piu’ che altro ‘qualitativi’, relativi ai tipi di sostanze trovate.
‘Disponiamo anche delle rispettive concentrazioni, ma almeno per adesso da questi numeri non possiamo ancora risalire a una stima dei consumi delle varie droghe nelle citta”. A quanto emerge, la ‘scoria’ piu’ abbondante sarebbe ‘un metabolita della cocaina, ma su questa base non possiamo dedurre con certezza che la coca sia la droga piu’ usata perche’ tutto dipende dalle dosi assunte’.
L’obiettivo finale rimane comunque ‘riuscire a fare questo passaggio (dalle concentrazioni di residui misurati al calcolo dei consumi) in modo scientificamente corretto’, conferma la scienziata.
Come mostrato in precedenza per la cocaina -per la quale lo studio 2005 indicava un utilizzo ‘molto piu’ elevato di quanto ufficialmente stimato’, ricorda il Mario Negri- le concentrazioni delle varie droghe nelle acque di scarico possono infatti servire a ‘smascherare’ i consumi di popolazione, aprendo cosi’ la strada a un nuovo metodo per studiare le tendenze e le caratteristiche del ricorso alla droga a livello di grandi comunita’.
Questa futura tecnica ‘per ora allo studio’, evidenzia Castiglioni, basandosi su misure obiettive e accurate consente di captare in tempo reale sia le nuove tendenze nell’utilizzo delle diverse droghe sia l’effetto delle campagne di dissuasione e di repressione. Puo’ quindi diventare un utile complemento alle interviste ai consumatori. Intanto l’idea del Mario Negri e’ stata ‘esportata’ Oltreoceano, recentemente adottata dal governo statunitense per uno studio pilota sul consumo locale di cocaina.