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Sono le 9 e 40 e Patrizia e Lino Aldrovandi seguiti dai loro avvocati entrano nell’Aula C del tribunale. Al suo interno si gioca una partita decisiva per il prosieguo processuale della vicenda di Federico. Sono passati 14 mesi da quel 25 settembre, quando il loro figlio 18enne morì durante una colluttazione con quattro agenti di polizia, oggi indagati per omicidio preterintenzionale. Questa mattina i genitori hanno ascoltato per tre ore e mezza dalla viva voce dei tecnici nominati dal tribunale la perizia che doveva far luce sulle cause della morte del loro figlio.

Escluse le sostanze stupefacenti assunte ed esclusa allo stesso modo la connessione diretta tra le percosse subite e il decesso, l’attenzione si è spostata sulla compressione toracica alla quale Federico fu sottoposto per diversi minuti. Su questo punto si aprono le divergenze tra le varie ricostruzioni e di conseguenza l’eventualità che l’intervento dei quattro agenti sia stato determinante nel tragico epilogo della vicenda.
Da quanto emerso dall’incidente probatorio di oggi sembra che la vicenda processuale si stia per incanalare sulla strada della richiesta del rinvio a giudizio.