Il successo del passato 6 giugno fu rotondo: l’hashtag della campagna “MariaSinMordaza” (contro le multe per consumo e detenzione in luoghi pubblici) riuscì ad imporsi nella penisola iberica come “trending topic” dominante della giornata, generando una forte attenzione anche nei media tradizionali.
E le aspettative in Spagna sono altissime per la nuova azione di oggi dedicata al diritto all’autocoltivazione in un paese che, a dispetto di una situazione giuridica tuttora ambigua, ha visto svilupparsi una fiorentissima industria legale collegata alle necessità del coltivatore di cannabis (dai semi ai fertilizzanti ai terricci alle lampade e via elencando). Un’industria dal fatturato vertiginoso, che produce migliaia di posti di lavoro e abbondanti imposte statali. E che ha permesso la riduzione del narcotraffico della marijuana ai minimi storici, grazie anche alla meritevole azione dei Cannabis Social Club, marchio di fabbrica della Spagna cannabica.
Ricordiamo che la coltivazione è tuttora reato penale in Spagna. Solo attraverso la via giurisprudenziale si è affermata la liceità della autocoltivazione, ma sarà sempre un giudice a riconoscerla posteriormente alla denuncia, assolvendo il malcapitato coltivatore a fini personali. In altre parole, le forze dell’ordine di fronte a una piantagione, ancorché di ridottissime dimensioni, intervengono automaticamente facendo scattare il processo penale. Anzi, negli ultimi 4 anni l’attività repressiva è stata in fortissima ascesa, facendo segnare un +300% delle piante sequestrate rispetto agli anni precedenti, fino a far registrare nel 2016 un incremento del 90%, con un totale di 724.611 piante confiscate, secondo i dati del Ministero dell’Interno. Un numero esorbitante che dà il segno della dimensione di massa acquisita dal fenomeno, e dell’esistenza di una platea vastissima di persone e cannabicoltori che reclamano a gran voce i propri diritti.
L’hashtag di riferimento per tutti gli attivisti italiani che vorranno unirsi alla campagna è: #ProtocoloMaria, che si utilizzerà dalla 9 di mattina fino a sera.
E non sarete i soli dallo stivale. A Ucann, grazie ai buoni uffici di Assonabis che forma parte del suo gruppo organizzativo, oltre a Fuoriluogo e Forum Droghe, si sono già uniti con i propri account twitter BeLeaf Magazine e l’associazione Free Weed. Grandi musicisti della scena reggae italiana, come Raina dei Villa Ada Posse, Gillo and Sativa Roots Ensemble, e i Train To Roots, freschi di stampa con Declaration n. 6. E, infine, personalità come Francesco Nicodemo, autore del best seller “Disinformazia” e social manager di Palazzo Chigi. O fuori dal Bel Paese, la Dott.ssa Raquel Peyraube, la consigliera di Pepe Mujica per la storica legge che ha legalizzato la marijuana in Uruguay.
Ricordate: oggi su twitter è l’ora di #ProtocoloMaria!
Alessandro Oria – presidente Assonabis