Si è conclusa venerdì scorso a Vienna la 61esima sessione della Commission on Narcotic Drugs (CND), l’organo dell’Onu che supporta il consiglio nella revisione dell’applicazione delle convenzioni internazionali sulle droghe nei paesi membri. La CND, che si incontra almeno una volta l’anno, ha il delicato compito di approvare l’inserimento o la cancellazione di sostanze nelle diverse tabelle previste dalle convenzioni, in base alle quali medicine o altre sostanze sono reperibili o vietate. Oltre a questo svolge l’importante funzione politica di fornire indicazioni su come affrontare le tematiche relative alle droghe al livello globale.
Droghe, il Re è nudo
Questo incontro è servito a preparare la Sessione di Alto Livello che si svolgerà il prossimo anno: un appuntamento previsto già dal 2009, quando fu indicato in 10 anni il termine entro il quale ogni stato avrebbe dovuto “eliminare o ridurre in maniera significativa e misurabile la domanda e l’offerta delle droghe illegali”. Il Re è nudo: l’evidenza dell’ennesimo fallimento dell’obiettivo proibizionista è sotto gli occhi di tutti, certificata nell’ultimo rapporto Onu che rileva come il mercato delle droghe illegali è più che florido in tutto il mondo.
Queste le premesse al confronto fra i 53 delegati, il cui riferimento più recente era l’Outcome Document approvato durante l’ultima Sessione Speciale dell’assemblea dell’Onu (UNGASS 2016). A New York il dibattito aveva richiamato al rispetto dei diritti umani, alla garanzia di accesso alle cure per chi usa droghe anche se si trova in stato di detenzione, al divieto di motivazioni punitive o violente nei trattamenti terapeutici per le dipendenze patologiche. Oltre che un impegno ad avviare percorsi di valutazione delle politiche sulle droghe sia in una prospettiva di appropriatezza rispetto ai destinatari che con riferimento ai 17 obiettivi Onu per uno sviluppo sostenibile del mondo.
Dopo 5 giorni di discussioni in plenaria, meeting diplomatici a porte chiuse e quasi 100 eventi collaterali promossi in collaborazione con le ONG, i risultati della 61° sessione CND sono in qualche modo incoraggianti, malgrado la colpevole intransigenza dei paesi più conservatori ad affrontare i temi più sensibili in maniera onesta ed appropriata. Ne sia d’esempio la difficile discussione sulla risoluzione presentata da Canada ed Uruguay per la rimozione dello stigma verso coloro che usano sostanze che pregiudica loro l’accesso ai servizi. La discussione in plenaria ha goduto di un generale ammorbidimento delle posizioni sugli interventi di prevenzione e cura, ed in generale rispetto al riconoscimento globale dei diritti umani. Certo alle parole spesso non corrispondono i fatti, basti pensare ai circa 20.000 morti della guerra alle droghe delle Filippine.
L’intervento dell’Italia
Una nota di soddisfazione l’ha fornita l’intervento dell’Ambasciatrice italiana Accili che non ha voluto rinunciare ad elencare davanti all’assemblea quali sono gli obiettivi per una efficace politica sulle droghe, riallineando l’Italia alle posizioni dell’Unione Europea e ribadendo esplicitamente l’importanza degli interventi di riduzione del danno e dei rischi, della prevenzione, con un richiamo alla necessaria proporzionalità delle pene per i reati di droga.
L’intervento (disponibile su fuoriluogo.it) contiene anche un non scontato riconoscimento dell’importanza del ruolo delle ONG e della società civile nel ruolo di consulenti.
Per questo ci aspettiamo prima di Vienna 2019 l’apertura in Italia di un tavolo di confronto Istituzioni-società civile, come già successo nel 2016, che permetta di contribuire con le esperienze ed un dibattito pubblico aperto, alla riforma delle politiche internazionali sulle droghe.
I Side event alla CND
Fuoriluogo ha seguito tre side event alla CND 2018 di Vienna, ecco le registrazioni video dell’incontro co-organizzato da Forum Droghe sulle esecuzioni extragiudiziali nelle Filippine, quello co-organizzato dall’Associazione Luca Coscioni sulla libertà di ricerca sulle sostanze illegali e di TNI e altri sulla regolamentazione legale della cannabis in rapporto alle convenzioni internazionali sulle sostanze:
La sfida dei diritti umani: la guerra alla droga e le uccisioni extragiudiziali continuano
The right to science and freedom of research with scheduled substances
Regulating Cannabis in Accord with International Law: Options to Explore