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(Notiziario Aduc) Veltroni presenta il programma del Pd e Famiglia cristiana anticipa l’editoriale del prossimo numero, polemicamente intitolato ‘Pasticcio veltroniano in salsa pannelliana’. Sembra una bocciatura senza appello del Partito alla cui nascita hanno concorso tanti cattolici e nelle cui file ne militano altrettanti. Lo e’ davvero? L’editoriale – e’ un ‘Primo piano’ non firmato – esprime senza dubbio la linea dell’influente settimanale dei paolini, ma soltanto questa. Non e’ stato rivisto o approvato, ne’ e’ stata data comunicazione del contenuto a nessun prelato, ne’ italiano ne’ vaticano. Mai, nella storia repubblicana, rivendica Famiglia cristiana, ricordando Aldo Moro che esercitava ‘l’arte della mediazione e non del conflitto’, i cattolici hanno ‘fatto della religione un uso ideologico’. Ma se ‘i cattolici nel Pd non hanno intenzione di dar vita a una corrente confessionale’, ‘i radicali hanno una concezione ‘confessionale’ della loro identita” e la ‘squadra di candidati negoziata con Walter Veltroni ha una forte fisionomia radicale, connotata su battaglie’ che per la Bonino ‘non si interrompono affatto’ e, rimarca Famiglia cristiana, ‘e’ facile dire quali siano: aborto, eutanasia, depenalizzazione della droga; e poi c’e’ l’abolizione del Concordato e dell’8 per mille, e sopra ogni cosa una ideologia libertaria, in salsa pannelliana, alternativa alla storia e ai principi etici, economici e sociali di questo Paese’. Se dunque i cattolici nel Pd non vogliono essere corrente confessionale, ‘chiedono pero’ chiarezza sull’antropologia e i valori di riferimento’ e, ricorda Famiglia Cristiana citando il cardinale Tarcisio Bertone, ‘chiedono di non essere mortificati all’interno del Pd’. I cattolici per la rivista potrebbero ‘non preoccuparsi della pattuglia di radicali nelle liste del Pd se si potesse esercitare il voto di preferenza. Ma siccome le liste sono bloccate, un candidato o un altro fa la differenza, perche’ comporta da parte del partito l’assunzione di un progetto ideologico’. I temi al centro di questa campagna elettorale per Famiglia cristiana dovrebbero comunque essere l’aborto come ‘questione civile’, il mettere ‘la famiglia al centro della questione economica e fiscale’ e il ‘trovare rimedio allo sfilacciamento del Paese’. ‘La gara che si profila all’orizzonte della campagna elettorale – tra chi e’ piu’ cattolico e chi e’ piu’ laico – rischia di far male al Paese’, rimarca Famiglia cristiana, a cui non piacciono ne’ i supercattolici ne’ i supercattolici-laici: per qualcuno, in via della Conciliazione, la presenza di Giuliano Ferrara nella parrocchia visitata ieri dal Papa e’ stata solo una photo-opportunity e alla base cattolica non piace la convergenza di laici incalliti o superdevoti cattolici attorno a moralismi. Contro ‘equivoci e ambiguita”, l’editoriale spiega che ‘non ci sono politici cattolici e politici laici, ci sono cattolici che fanno politica e laici che fanno politica’. Il timore di Famiglia cristiana e’ che il Partito democratico, nato per unire le due grandi tradizioni che hanno fatto la Costituente, finisca per imbarcare ideologie iperliberiste sui temi etici e socioeconomici. E che lo faccia per di piu’ sbagliando i calcoli: quanti voti valgono i radicali? In quali zone li portano? E con questa legge elettorale servono davvero? Significativo e’ l’occhiello dell’editoriale, ‘La reazione dei cattolici del Pd all’accordo con i radicali’: un settimanale cattolico indica a Veltroni i dubbi suscitati dall’accordo con i radicali, ma non chiede ai cattolici di uscire dal Pd o di non votarlo.