In un intervento alla commissione Onu sugli stupefacenti a Vienna, il ministro della solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero, ha suggerito oggi, alla luce dei risultati ‘sotto le aspettative’ conseguiti finora, di rivedere la strategia decennale dell’Onu di lotta alla droga considerando anche la possibilita’ di esaminare ‘processi volti a favorire l’acquisto a fini sanitari di parte della produzione di oppio’.
‘La realta’ e’ che non siamo riusciti ad incidere in modo significativo ne’ sui consumi ne’ sulla produzione della droga’, e in Afghanistan ‘si e’ addirittura registrato un aumento del raccolto del papavero’, ha detto dicendosi convinto che ‘non si debba abbandonare lo studio di processi volti a favorire l’ acquisto a fini sanitari di parte della produzione di oppio’.
In particolare a suo avviso e’ necessario separare gli interessi dei contadini da quelli dei narcotrafficanti e dare ai primi alternative concrete. Errato inoltre ‘censurare l’uso tradizionale della foglia di coca’ diffuso nei paesi andini poiche’ ogni paragone fra foglia di coca e cocaina e’ ‘privo di fondamento’. Sul fronte della domanda , Ferrero ha rilevato che i dati dimostrano che il ‘carcere non ha rappresentato un deterrente efficace per chi fa uso di droga’, importante e’ la politica di prevenzione e riduzione del danno. Al riguardo Ferrero ha ricordato che il governo italiano uscente non ha avuto il tempo sufficiente per cambiare la legge sulla droga ne’ per modificare la normativa sulla pubblicita’ degli alcolici.
In dichiarazioni all’Ansa, Ferrero si e’ detto convinto della necessita’ di una legge che vieti la pubblicita’ dei prodotti alcolici precisando pero’ che non e’ stato possibile discuterla nel governo a causa di dissensi interni e del peso delle ‘lobbies’. ‘Credo nella prevenzione su tutto e che si debbano evitare le politiche proibizioniste’, ha detto. A suo dire inoltre i dati dell’Onu non sono attendibili (enfatizzerebbero i risultati delle politiche perseguite ndr).
Ultimo aspetto su cui Ferrero ha messo l’accento e’ quello del rapporto fra le azioni di contrasto della droga e diritti umani, sui cui ha insistito anche in un colloquio in margine ai lavori della commissione con il direttore esecutivo dell’Unodc (l’ufficio Onu per la lotta alla droga e al crimine), Antonio Maria Costa. La lotta al narcotraffico deve essere inflessibile ma non vanno confuse le mafie della droga con le realta’ sociali dei contadini in Paesi come Bolivia o Afghanistan. In tema di diritti umani, ha aggiunto, non deve inoltre essere abbandonata la battaglia per una moratoria sulla pena di morte.