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Nata alla fine della seconda guerra mondiale, l’Onu inizia presto a occuparsi di «droghe», ereditando i compiti della Società delle nazioni. Ecco qualche flash storico sul suo lavoro.
1950: inchiesta sull’uso tradizionale delle foglie di coca. Obiettivo: ridurlo entro 15 anni. Risultati: zero.
1953: protocollo per la limitazione e il controllo delle coltivazioni di papavero. Risultati: produzione illegale di oppio in costante aumento, fino alle 8800 tonnellate del 2007.
1961: Convenzione unica sugli stupefacenti, per limitare gli usi delle droghe a quelli «strettamente medici». No comment.
1971: altra Convenzione Internazionale, per limitare il consumo di sostanze psicotrope e soprattutto di amfetamine, fino ad allora vendute più o meno liberamente in farmacia. Risultati: nasce il mercato nero.
1988: Convenzione di Vienna sul narcotraffico, per controllare il riciclaggio di denaro e il commercio di prodotti chimici utilizzati per la produzione di droghe illegali. Risultati: come prima, più di prima.
1990: intervento Unfdac in Perù, sostituire la coltivazione della coca con quella di una pianta chiamata “achiote”. Migliaia di contadini aderiscono. Quando vogliono vendere il raccolto, non sanno a chi offrirlo (non è che il mercato dell’achiote, anche allora, fosse dei più vivaci), e allora si rivolgono a chi gli aveva dato l’idea. La risposta è che l’Unfdac si occupa solo della sostituzione delle colture, non della commercializzazione dei prodotti. Così va la vita.
1997: il World Drug Report dell’Unidcp ci ricorda che «le sostanze psicoattive sono state usate fin dall’antichità nell’ambito di pratiche ben definite e socialmente integrate di tipo medico, religioso o cerimoniale», ma che purtroppo «i modelli tradizionali sono stati sconvolti nel corso di questo secolo e, stimolati da organizzazioni criminali a caccia di profitti, sono stati sostituiti da modalità d’uso degenerate e non culturalmente assimilate». Gli autori non si domandano come un simile disastro sia potuto accadere. Il ruolo del cosiddetto «proibizionismo» non gli è venuto in mente, forse perché a metterlo in discussione rischiavano di perdere ben retribuiti incarichi.
1998: il responsabile Onu per la lotta alla droga Pino Arlacchi lancia un grande piano per eliminare, o almeno sostanzialmente ridurre, la produzione mondiale di droghe entro dieci anni. Risultati: finora zero, ma c’è ancora qualche mese di tempo.

a cura di Claudio Cappuccino