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Nel 1989, nel tentativo di arginare la marea montante di procedimenti penali per reati connessi alla droga, il Tribunale di Miami in Florida creava un programma di trattamento intensivo, alternativo alla detenzione, dando vita alle “drug courts”. Nel 1994 i tribunali della droga negli Usa erano saliti a dodici. Attualmente ve ne sono quasi duemila dislocati in tutto il paese, e vengono usati in caso di reati connessi alla droga commessi dagli adulti, dai minori, e in casi in cui vi sono genitori che rischiano di perdere la custodia dei figli per abuso di sostanze. Generalmente i partecipanti non hanno commesso reati violenti.
I soggetti sottoposti al vaglio dei tribunali della droga devono completare con successo un intenso programma di trattamento, con frequenti test antidroga, ed una attenta supervisione. I programmi generalmente durano un anno o più.
I partecipanti al programma devono comparire regolarmente davanti al tribunale della droga, costituito da uno o più giudici coadiuvati da un team di operatori (procuratori, medici, forze dell’ordine, addetti alla supervisione, coordinatori, “case managers”, assistenti sociali ecc.) che valutano i loro progressi.
Se il programma viene completato con successo i partecipanti possono ottenere una serie di benefici, tra cui:
il ritiro dei capi di imputazione, la revoca della libertà vigilata, la restituzione della custodia dei figli.
Secondo una ricerca del 2005 del Gao (Us Government Accountability Office), in quasi tutti i programmi per adulti, i partecipanti avevano un tasso di recidiva più basso rispetto ai gruppi di controllo. Questi tassi inoltre erano rimasti invariati per lunghi periodi di tempo dopo il completamente del programma. Secondo uno studio del 2003 del Nij (National Institute of Justice), che aveva utilizzato un campione di 2000 persone, dopo un anno dalla conclusione del programma solo il 16,4% era stato nuovamente arrestato e denunciato per aver commesso
un reato.