Sono bastate le prime 24 ore di vendite legali di cannabis per mettere in crisi il sistema di approvigionamento canadese. Una domanda oltre le aspettative ha causato non solo lunghe file agli store fisici e rallentamenti e down dei siti internet per le vendite on line, ma anche il tutto esaurito di molti prodotti.
In Quebec, dove gli store fisici erano limitati a poco più di 15, lunghissime file (anche 4 ore di attesa) per poter accedere agli store. Anche sabato, 3 giorni dopo l’inizio delle vendite, il negozio SQDC di Sainte-Catherine a Montreal era presa d’assalto dai clienti con la coda che faceva il giro dell’isolato (vedi foto). In totale nella provincia francofona il primo giorno di vendite sono stati serviti 42.500 clienti, 12.500 negli store e 30.000 on line. Molti hanno dovuto rinunciare agli acquisti, e in un caso la Polizia è stata chiamata a disperdere, pacificamente, la fila che rimaneva alla chiusura del negozio alle 21. Sul sito della SQDC sono ormai esauriti quasi tutti gli oli, introvabili hashish, capsule, spray orali e anche le canne prerollate.
Se è evidente che l’effetto novità (e selfie) del primo giorno può aver avuto la sua influenza, pare anche chiaro che le valutazioni sulle vendite in Quebec e in tutte le altre province siano state ampiamente sottostimate. Sia a livello statale, con licenze autorizzate evidentemente insufficienti a coprire la domanda, che a livello locale, si pensi ai soli 3 negozi per una città da 1.700.000 abitanti come Montreal (in Quebec la prevalenza d’uso negli ultimi 3 mesi è al 10% per i maggiori di 15 anni). In Ontario, che peraltro è la provincia canadese che produce più cannabis, le vendite sul sito internet (al momento unico canale legale di vendita nella provincia) hanno di fatto esaurito molti dei prodotti. Anche Alberta, Nuova Scozia e British Columbia registrano prodotti esauriti. La società dell’alcol e delle lotterie della Provincia di Manitoba ha annunciato che ci vorranno almeno sei mesi per riallestire il magazzino ed tornare ad offrire tutti i prodotti.
Certamente la penuria di prodotti tramite i canali legali potrebbe portare con se il rischio di dare spazio al mercato illegale. Le Journal de Montreal l’altro ieri aveva in prima pagina la foto di un aquisto illegale presso una riserva dei “Mohawks”, ed un mancato cliente del negozio SQDC ha dichiarato a the Montreal Gazette, “per me il risultato è: mercato nero 1, governo 0“. E’ anche vero che le aziende produttrici di cannabis canadese hanno un potenziale industriale enorme e da alcuni mesi a questa parte, a seguito del boom in borsa, anche una capacità finanziaria tale da permettere di adeguare in alcuni mesi l’offerta alla domanda. Una domanda che andrà, come è accaduto altrove, piano piano assestandosi.