Numero 8 – Ottobre 2018
Supplemento mensile alla newsletter di Fuoriluogo.it – Droghe e Diritti
A cura di Francesco Crestani, Associazione Cannabis Terapeutica
Ogni quarto lunedì del mese nella vostra mail
Dolore e “ripristino del sè”
Alcune metanalisi pubblicate nella letteratura medica internazionale sollevano dubbi sull’efficacia antidolorifica della cannabis. Le metanalisi sono degli studi statistici che riassumono i dati provenienti da varie ricerche cliniche e rappresentano uno dei più validi metodi scientifici per definire l’effetto di una terapia, secondo le linee della cosiddetta “Medicina basata sulle prove di efficacia” (Evidence based medicine). Leggi l’articolo completo su
https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/la-cannabis-medica-e-il-ripristino-del-se/
Cancro
119 pazienti affetti da diversi tipi di tumore sono stati trattati in Gran Bretagna con cannabidiolo, in forma di olio. Vi è stata risposta clinica nel 92% dei casi, inclusa la riduzione di cellule tumorali circolanti in molti casi, ed in altri riduzione della massa tumorale. Non vi è stato alcun effetto collaterale. Gli autori concludono che il CBD è un candidato per il trattamento dei tumori.
http://ar.iiarjournals.org/content/38/10/5831.long
Morbo di Hodgkin
Un studio israeliano riporta l’esperienza in pazienti con linfoma di Hodgkin. 133 malati sono stati trattati in un ospedale di tel aviv; 51 usavano la cannabis medica, senza particolari differenze tra i gruppi. 38 pazienti hanno risposto a un questionario (anche qui non vi erano differenze tra i gruppi). Era riportato miglioramento del dolore nel 94% dei pazienti, aumento del benessere nell’87%, aumento dell’appetito nell’82%, riduzione di nausea e vomito nel 79,5% e riduzione dell’ansietà nel 51,5%. Gli autori sottolineano che l’81,5% riportava in generale efficacia della cannabis. Scarsi gli effetti collaterali. Inoltre viene riportato che, sebbene la cannabis sia sempre stata prescritta dagli oncologi curanti, la maggior parte dei pazienti riferiva che loro stessi avevano richiesto di essere trattati con questa terapia, in base a consigli avuti da altri malati, o da familiari o da informazioni trovate sui media.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30345261
Epidermolisi bollosa
Si tratta di una grave malattia della pelle, che causa forte dolore. Recentemente abbiamo riferito di un articolo riguardante tre casi pediatrici responsivi a cannabis topica. Ora sono stati pubblicati tre casi di pazienti adulti trattati per bocca con olio a THC e CBD. Tutti hanno avuto effetto sul dolore, così da poter ridurre o stoppare le terapie antidolorifiche che assumevano, cioè oppiacei, analgesici, anti-infiammatori, antidepressivi, peraltro con scarso effetto. Una paziente riferiva un dolore di 9 sulla scala fino a 10 prima della cannabis, che scendeva a 1-4 con la cannabis, con controllo a due anni. In un altro paziente la malattia era secondaria a grave tumore, e la cannabis riduceva il dolore e il prurito meglio degli altri farmaci accompagnando il paziente fino all’exitus. Un terzo paziente riportava pure ottima efficacia della cannabis, finchè la sua assicurazione non gli negò il rimborso dell’olio, il cui costo (200 euro) il paziente non era in grado di affrontare, tant’è che dovette essere ricoverato e curato con cortisone, con scarsi effetti.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=THC+CBD+epidermolysis
Epilessia
Venti bambini affetti da sindrome di Dravet, che provoca epilessia farmaco-resistente, sono stati trattati con estratto di cannabis prodotto dalla ditta Tilray, contenente 100 mg/ml di CBD e 2 mg/ml di THC. La terapia si è dimostrata sicura e ben tollerata, e ha portato a una riduzione delle convulsioni del 70%, con miglioramento della qualità della vita e riduzione dell’attività anomala all’elettroencefalogramma.
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/acn3.621
Riduzione del danno
La cannabis permette una maggior aderenza al trattamento nelle persone in terapia per dipendenza da oppiacei. Ricercatori canadesi hanno studiato 820 pazienti in terapia disintossicante, e hanno visto che chi consumava cannabis almeno una volta al giorno aveva circa il 21% in più di possibilità di mantenere la terapia a sei mesi.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30238568
Diabete
Anche se alcuni studi epidemiologici avevano associato l’uso di cannabis al prediabete (ma con la possibilità che questo dato fosse dovuto a “causalità inversa”, cioè in pratica che si confonda la causa con l’effetto), altri non avevano trovato relazione con il vero e proprio diabete, anzi alcuni hanno dimostrato una riduzione della malattia associata all’uso. Un nuovo studio epidemiologico conferma queste conclusioni, indicando una riduzione del diabete negli utilizzatori di cannabis rispetto ai non utilizzatori, tenendo anche conto dei vari fattori confondenti, compresa la salute mentale. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30288813
Geriatria
In Colorado è stato svolto un sondaggio su anziani ricoverati in due cliniche geriatriche. 345 persone hanno risposto, su 630 questionari distribuiti, e più di metà erano utilizzatori. Il sintomo “target” più comune era il dolore, seguito dal sonno, ansietà, depressione e stimolazione dell’appetito. In quanto alla risposta clinica, la cannabis era maggiormente efficace nell’ansietà, nella depressione, nei disturbi del sonno, nel dolore e nella stimolazione dell’appetito. In media i malati riferivano che la cannabis era utile per una media di 2,6 sintomi. Quel che sottolineano i ricercatori che il 67% di coloro che avevano risposto ottenevano la cannabis dal mercato ricreazionale senza alcuna prescrizione.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=reynolds+fixen
Sindrome di Gilles de la Tourette
Ricercatori israeliani hanno svolto interviste telefoniche a pazienti con sindrome di Tourette in trattamento con la cannabis. Hanno risposto 42 pazienti. In una scala da zero a cinque, alla terapia veniva dato un punteggio di efficacia di 3,85, con riduzione dei tic, miglioramento del sonno e dell’umore. Dieci hanno interrotto il trattamento dopo almeno un anno, ma solo 4 non avevano avuto risultati; gli altri 6 lo avevano fatto per varie ragioni, compresa la comparsa di effetti collaterali. E’ stato descritto un caso di psicosi acuta.
Scarso potenziale di abuso del CBD
Per studiare la possibilità di abuso del CBD, l’estratto purificato Epidiolex (registrato in America per le epilessie farmaco-resistenti) è stato somministrato in doppio cieco in utilizzatori ricreazionali di droghe, confrontandolo con alprazolam e dronabinolo. Ne è risultato che le dosi terapeutiche del CBD (750 mg) hanno dimostrato basso potenziale di abuso in questa popolazione “altamente sensibile”.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=schoedel+szeto
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30292733
Epatopatia in pazienti con infezione da virus C
Uno studio su 188.333 pazienti con infezione da virus C ha dimostrato che tra coloro che usavano cannabis c’erano meno casi di cirrosi e la spesa sanitaria era minore. Gli autori concludono che le loro osservazioni suggeriscono che la cannabis possa avere un impatto positivo nell’alleviare le complicanze dovute all’ipertensione portale, il cancro del fegato e gli esiti della malattia tra i malati infetti da HCV.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30345261
Ansia
Per testare gli effetti del cannabidiolo sull’ansia, autori brasiliani hanno fatto uno studio in doppio cieco contro placebo utilizzando un test di simulazione di parlata in pubblico. Ne risulta che il CBD ha effetto, ma solo a un dosaggio intermedio, 300 mg, e non a 150 e nemmeno a 600 mg.
http://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S1516-44462018005007102&lng=en&nrm=iso&tlng=en