Le Nazioni Unite lanciano l’allarme oppio. Nel rapporto annuale dell’ufficio per la droga e il crimine organizzato dell’Onu si denuncia un preoccupante incremento della coltivazione della sostanza stupefacente in Afghanistan e Birmania. Nel documento, presentato oggi al Palazzo di Vetro, si legge che questo aumento, messo insieme alla ‘resa piu’ alta delle colture, specialmente nell’Afghanistan del Sud, ha generato una notevole produzione a livello mondiale, doppia rispetto al 2005′. In cinque province meridionali in mano ai Taleban si concentra l’80% delle coltivazioni. Antonio Maria Costa, il direttore italiano dell’ufficio dell’Onu che ha sede di Vienna, ha detto che ‘nelle aree del Sud dell’Afghanistan controllate dai Talebani la lotta al narcotraffico e quella ai terroristi devono procedere fianco a fianco’. Lo stesso fenomeno e’ evidente per la coltivazione di coca in Colombia, che l’anno scorso e’ cresciuta del 27%. I livelli, pero’, non sono allarmanti come quelli dell’oppio e rimangono piu’ bassi del 40% rispetto al picco del 2000. La resa della coltivazione, a differenza dell’Afghanistan, si e’ abbassata perche’ i terreni usati sono piu’ piccoli e in regioni remote. Costa evidenzia comunque alcuni tratti comuni tra i due fenomeni: ‘In Colombia, proprio come in Afghanistan, le regioni dove la coca cresce di piu’ sono controllate dai ribelli – ha spiegato illustrando il rapporto – in futuro, con le Farc in scompiglio, potrebbe diventare piu’ semplice controllare la coltivazione della droga’. Nell’ultimo anno la richiesta di sostanze stupefacenti e’ cresciuta leggermente, allo stesso ritmo della popolazione mondiale. ‘Sul lato della domanda, nonostante l’apparente crescita in numeri assoluti del consumo di cannabis, cocaina e oppiacei, i livelli annuali sono rimasti costanti in tutti i mercati della droga’. La domanda costante di cocaina in Europa e il maggior controllo da parte delle autorita’ hanno spinto i narcotrafficanti a cambiare le tratte della droga. Secondo i dati dell’ufficio dell’Onu di Vienna, il nuovo centro dei traffici e’ l’Africa occidentale e in in particolar modo il Guinea Bissau, un vero e proprio paradiso della droga che secondo Costa potrebbe diventare un ‘narco-Stato’. ‘Gli Stati nei Caraibi, in America centrale e in Africa occidentale, cosi’ come le regioni al confine con il Messico sono tutti in mezzo al fuoco incrociato tra i piu’ grandi produttori di coca, i Paesi delle Ande, e i maggiori consumatori, Nord America ed Europa’.
COSTA: NECESSARIA GUERRA GLOBALE – I signori della droga sono il nemico da combattere nella lotta contro gli stupefacenti nel mondo, e per sconfiggerli è necessaria una guerra globale: è quanto ha detto in sintesi all’Ap il capo dell’Ufficio dell’Onu sulla Droga e il Crimine.