Siamo CHEMICAL SISTERS: donne, trans e persone di genere non conforme che lottano quotidianamente contro lo stigma, la discriminazione e la criminalizzazione.
Abbiamo deciso di unirci in un collettivo per difendere e rivendicare i diritti troppo spesso negati in quanto donne e in quanto persone che usano sostanze legali e non.
Dichiariamo che la guerra alle droghe è classista, razzista ed etero sessista.
L’uso di sostanze stupefacenti è visto, analizzato e affrontato con uno sguardo e una prospettiva ben definite: quelle del genere maschile.
Ma la realtà ci dice qualcos’altro.
Un terzo delle persone che usano sostanze nel mondo sono donne e un quinto del numero mondiale stimato di persone che usano per via iniettiva; sono le più soggette ad abuso di farmaci da prescrizione medica, e sono i soggetti con più probabilità di contrarre infezioni virali come l’HIV.
Ci ribelliamo insieme alle compagne di NUDM per lottare contro il sistema patriarcale e tutte le logiche imposte da una società sessista, che ci costringe dentro ruoli di genere e aspettative sociali binarie.
Ci ribelliamo contro la violenza che ogni giorno soffoca i nostri corpi, le nostre scelte e le nostre vite, nelle aule dei tribunali, nel sistema carcerario e nei servizi di cura.
Ci ribelliamo contro una medicina e una scienza che non prendono in considerazione le donne nella ricerca e nei trial clinici condannandoci a una totale ignoranza rispetto a raccomandazioni sui dosaggi, sui rischi e sulle complicanze delle sostanze e dei farmaci correlate al genere. Rifiutiamo lo stigma diffuso secondo il quale le donne che utilizzano sostanze non siano in grado di prendersi cura dei propri figli.
È uno sguardo fortemente moralista che alimenta forti pressioni sulla donna, anziché incentivare l’empowerment.
Rivendichiamo per questo la nostra complessità, non ancorate ad un unico e specifico ruolo che ci definisce (madri, studentesse, lavoratrici…), ma fiere di muoverci nello spazio sociale e nel tempo in libertà.
Vogliamo la fine della fallimentare war on drugs e la fine del violento e patriarcale sistema proibizionista imperante.
Vogliamo urgentemente una riforma e una trasformazione completa delle politiche e dei sistemi di cura, anch’essi subdolamente corrotti e sussunti dal patriarcato.
Vogliamo politiche che assicurino alle donne e alle minoranze di genere l’inclusione nella ricerca clinica e che affrontino il fenomeno dell’uso di sostanze attraverso la prassi definita dalla riduzione del danno.
I principi cardine della riduzione del danno sono anche i nostri:
- approccio non ideologico
- tutela della salute
- autodeterminazione
- non giudizio sulle persone e sulle scelte.
Viviamo la doppia violenza in quanto donne e in quanto donne che usano sostanze ma ci sentiamo forti, intraprendenti e solidali.
Combattiamo queste violenze a testa alta, con il mutuo supporto, la costruzione di reti e la solidarietà.