Il Ministero della Salute guidato da Roberto Speranza ha diffuso nei giorni scorsi una nota sulla cannabis terapeutica che ha creato il panico fra pazienti, medici e farmacisti italiani. Con alcune apodittiche affermazioni, assai discutibili, vengono dichiarate non legali le preparazioni di olio e capsule a base di cannabis terapeutica (le forme prescritte più frequentemente) nonché la loro spedizione dalle farmacie direttamente ai pazienti. Una scelta che non può essere affidata a un burocrate.
Pubblichiamo il testo della lettera aperta al Ministro Roberto Speranza promossa da Forum Droghe, Associazione Luca Coscioni, Società della Ragione, CGIL, CNCA, LILA, Meglio Legale, FattiSegreti, La Casa di Canapa, Radicali Italiani e che in queste ore sta raccogliendo molte adesioni su Fuoriluogo.it (siamo a [signaturecount id=”2″] firme). perché assuma una responsabilità politica.
Al Ministro della Salute
On.le Roberto Speranza
Abbiamo appreso con sorpresa dei contenuti della nota inviata lo scorso 23 settembre dalla Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico rispetto alle preparazioni a base di cannabis terapeutica.
In effetti, quelli che nell’oggetto vengono definiti “chiarimenti” nel testo della nota diventano una complessiva messa in discussione dell’attuale sistema di prescrizione, realizzazione e distribuzione che con tanta fatica il nostro paese aveva costruito fra mille difficoltà. Un sostanziale passo indietro che mette a rischio la stessa continuità terapeutica.
In particolare troviamo una forte contraddizione rispetto al lavoro fatto in questi anni affermare, fra le altre cose opinabili, che:
– siano di fatto consentite solo le forme farmaceutico del decotto e della vaporizzazione e esplicitamente negare la possibilità di prescrivere resine e oli (omettendo che lo stesso Allegato tecnico per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis del DM 9/11/15 cita espressamente gli “estratti in olio o altro solvente”, richiedendone la titolazione);
– i suddetti oli e resine siano presenti nella Tabella II del DPR 309/90, dimenticando che questa rimanda a quella dei Medicinali, dove sono citati alla Sezione B “Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture)”;
– sia negata la possibilità, in particolare in piena emergenza COVID19, della spedizione tramite corriere delle preparazioni, metodo peraltro utilizzato da moltissime persone, sia per la difficoltà ormai insostenibile di reperimento delle preparazioni per le note problematiche rispetto alle disponibilità, che per le difficoltà di spostamento che purtroppo caratterizza molti dei pazienti che utilizzano cannabis terapeutica.
È importante notare infine che le preparazioni a base di cannabis in olio sono prescritti da molti anni in Italia ed utilizzate, insieme alle capsule decarbossilate, in particolare per dosare con maggiore facilità e sicurezza la quantità di farmaco assunto. Inoltre la forma del decotto, che di norma viene preparato dallo stesso paziente con metodi casalinghi, è una forma “antica” che non garantisce in alcun modo sulla qualità e quantità del principio attivo estratto.
Alla vigilia del voto sulla raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che chiede il riconoscimento formale, all’interno delle Convenzioni internazionali, dell’uso terapeutico della cannabis riteniamo che l’Italia non possa fare passi indietro rispetto a quanto conquistato dal 2007.
Anche alla luce del Commento Generale sulla Scienza adottato dalla Nazioni Unite a maggio scorso, saremmo felici di poterLe presentare di persona ulteriori argomenti a bilanciamento delle gravi limitazioni sopra ricordate che, se confermate, comporterebbero un attacco al pieno godimento del diritto alla salute nel nostro paese.
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