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Roma, 30 ago. (Apcom) – Ibiza dice basta agli “after hours”, le feste in discoteca che si prolungano fino al giorno dopo e che da anni attirano frotte di giovani e vip sull’isola più vivace delle Baleari. “Una cosa è chiara, Ibiza perderà molto turismo se perde la libertà, per Ibiza (gli after hours) erano un segno di identità”, commenta una lettrice sul quotidiano El Pais, che dedica un ampio reportage alla notizia. Ma c’è chi, come i residenti, applaude la misura decisa dalle autorità e chi invece, come i proprietari dei locali, si dice preoccupato di perdere i turisti più giovani, quelli che spendono di più.

Migliaia di persone, giovani ma anche meno giovani, sono “evaporati” all’alba di ieri dai club di Ibiza alle 6 del mattino, racconta l’autore dell’articolo Joan Oleaque. Quello che prima si faceva per voglia, oggi è un obbligo. La normativa locale ha abolito le sessioni del mattino nelle discoteche quest’estate per mitigare l’immagine di divertimento sfrenato a Ibiza. Meno ore di festa significano infatti meno droghe, meno problemi di convivenza sull’isola e meno ricoveri in ospedale (per malori legati all’uso di droghe): questa è la posizione dei politici.

Ma c’è chi s’ingegna: il famoso Space, definito “la migliore discoteca del mondo”, quest’estate ha trasferito le sue sessioni migliori di notte, dato che quelle “dall’alba in poi” avevano i giorni contati. I diversi municipi, inoltre, non erano d’accordo sulla nuova normativa relativa ai locali, un dissenso che alimentava la permissività. E ci sono perfino delle compagnie aeree che offrono un viaggio “non stop”: senza albergo, andata, festone, ritorno, postumi della sbronza.

A giugno, la delegazione del governo ha reso effettiva la chiusura temporanea, per motivi di droga, di due locali famosissimi: il DC10, gestito da un italiano Andrea Pelino, e il Kumharas. Secondo il presidente del Consiglio insulare di Ibiza, Xico Tarres, “la conseguenza diretta del nuovo orario ha fatto sì che le urgenze ospedaliere per droga si riducessero della metà”. Nonostante ciò, anche quest’anno ci sono state delle morti per uso di stupefacenti: quattro legate a sostanze illegali, secondo il consiglio (sei secondo il Partito popolare, conservatori). Allo stesso tempo, però, si è ridotto il volume delle presenze turistiche: di un 5%, secondo il Consiglio, del 7%, secondo altre fonti.