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Squalifica a vita per i fratelli russi Roho ed Hakurozan, tra i piú popolari lottatori di sumo in circolazione, risultati positivi alla marijuana, e dimissioni del presidente della federazione giapponese, l’ex-lottatore (da molti considerato il migliore di tutti i tempi) Kitanoumi, che ispirandosi alle piú profonde tradizioni del suo paese, si è accollato la responsabilità per le azioni del suo ex allievo Hakurozan. Queste le conseguenze dello scandal che occupa in Giappone le prime pagine di tutti i giornali, visto l’alto standard morale che si richiede agli atleti e ai dirigenti del sumo. E l’uso di marijuana in Giappone viene considerata una gravissima colpa.

I due fratelli russi, i cui veri nomi sono Boradzov Soslan Feliksovich e Baradzov Batraz Feliksovich, erano stati sottoposti ad un controllo antidoping in seguito all’arresto per possesso di marijuana avvenuto lo scorso mese di un altro lottatore russo, Wakanoho. Il posto di Kitanoumi alla presidenza della federazione giapponese verrà preso da un altro lottatore, Musashigawa. Che avrà il suo bel da fare per non affogare nelle acque che ultimamente stanno agitando il mondo del sumo.

Oltre ai casi di marijuana, questa disciplina – che affonda le radici in un antico rituale religioso – sta assistendo anche all’indagine sui riti di iniziazione e, piú in generale, sulla condotta tenuta nelle accademie. Nel mese di febbraio un allenatore venne arrestato in seguito alla morte di un lottatore 17enne, a quanto pare deceduto in seguito ad un pestaggio subito durante un allenamento. Tempi duri, insomma, anche perche’ in Giappone gli atleti del sumo – oltre ad essere delle vere star – hanno anche e soprattutto il compito di essere dei veri esempi di moralità e rettitudine.

Proprio per questo lo scandalo che lo scorso anno travolse la superstar Asashoryu venne trattato con massima severità: il pluridecorato ‘Drago Blu’ subí infatti una squalifica senza precedenti (due tornei) per avere saltato un tour estivo denunciando un falso infortunio. Bugia smascherata dalla televisione, che fece saltare sulle sedie i vertici del sumo giapponese diffondendo le immagini-choc di Asashoryu impegnato a sgambettare su un campo di calcio in Mongolia, il suo Paese d’origine.