La Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Ungheria di Viktor Orban a causa del voto difforme alla posizione dell’Unione in occasione della Commission on Narcotic Drugs (CND) di dicembre. Durante il voto sulle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla riclassificazione della cannabis, l’Ungheria aveva infatti votato per ben due volte in modo opposto alle indicazioni concordate in sede di Unione Europea.
Così ieri la Commissione ha inviato una lettera di formale apertura della procedura, sottolineando che “la cannabis rimane una droga soggetta al controllo internazionale. Le raccomandazioni dell’OMS miravano a garantire che la cannabis e le sostanze correlate alla cannabis siano soggette al controllo internazionale più adeguato secondo le attuali conoscenze scientifiche e mediche.” Ricordiamo che la posizione dell’UE era favorevole alle prime 4 raccomandazioni e contraria alle ultime due. A dicembre è stata approvata solo la prima – la più importante – che, riconoscendone il valore terapeutico, eliminava la cannabis dalla tabella IV della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961 (sostanze ad alto rischio di abuso, senza utilità terapeutica). L’Ungheria aveva votato in modo difforme dall’UE proprio su questa e sulla raccomandazione 5.4 che prevedeva “l’eliminazione degli estratti e delle tinture di cannabis dalla Tabella I della Convenzione unica del 1961 sugli stupefacenti”.
In base al Trattato sul funzionamento dell’Unione europea infatti gli stati membri devono adeguarsi la decisione comune in occasione di votazioni ” in un organo istituito da un accordo, se tale organo deve adottare atti che hanno effetti giuridici”. Quindi anche in occasione delle riunioni della CND a Vienna. L’Ungheria di Orban ha due mesi per rispondere alle contestazioni della Commissione UE.
Non è certo l’unico fronte aperto dall’Unione Europea nei confronti di Orban, a partire dal voto del Parlamento Europeo del settembre 2018. Si pensi che solo in questa comunicazione di febbraio all’Ungheria viene richiesto di adeguarsi alle decisioni della Corte di Giustizia europea sul finanziamento delle ONG straniere e viene richiesto di adeguarsi alle norme sull’asilo dell’Unione.