All’indomani dell’inizio del processo a Walter De Benedetto, affetto da una gravissima forma di artrite reumatoide e indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso riparte il digiuno di dialogo sospeso durante la crisi di Governo.
Il tribunale di Arezzo ha stabilito di accettare la richiesta di rito abbreviato avanzata dagli avvocati difensori, rinviando alla prossima udienza del 27 aprile. Walter aveva fatto ricorso all’autoproduzione per supplire alla mancanza di prodotto a base di cannabis che il sistema sanitario non riusciva a garantirgli in termini quantitativi e qualitativi malgrado fosse in possesso di un piano terapeutico previsto dal medico.
Così abbiamo deciso di ricominciare, dalla mezzanotte del 23 febbraio, il digiuno per la cannabis che dal 23 ottobre 2020 ha coinvolto oltre 300 persone a sostegno di una serie di richieste al Ministro Speranza sottoscritte da quasi 2000 persone e rimasta completamente inascoltata.
Torniamo quindi a chiedere al Ministro della Salute di adeguare le normative nazionali alla cancellazione della cannabis dalla IV tabella della convenzione ONU del 1961. L’Italia ha votato a favore della modifica che riconosce le proprietà terapeutiche della pianta togliendola dalla tabella delle sostanze che necessitano particolare controllo internazionale e quindi nazionale. Occorre adesso esser conseguenti nel normalizzare le varie norme attorno alla canapa potenziando la produzione nazionale, facilitandone la prescrizione e l’utilizzo, fino a inserire la cannabis nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Nei prossimi giorni scriveremo anche alla Ministra Carbia e rilanciamo un appello urgente al Parlamento perché intraprenda tutte le strade possibili per regolamentazione e decriminalizzazione di quanto oggi proibito a partire dalle proposte di iniziativa popolare e parlamentare depositate in questi anni, alcune già in discussione in commissione.
Leonardo Fiorentini e Marco Perduca
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