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Si trova facilmente e costa poco, pochissimo, ovvero quanto un pacchetto di sigarette. Con 5 o 10 euro “porti a casa eroina da fumare, con gli amici o anche solo”, conferma Francesco, un ragazzino romano di 16 anni appena. “Ormai conviene piu’ dell’hashish, costa di gran lunga meno dell’erba mentre lo ‘sballo’ e’ altamente superiore. L’eroina fa viaggiare, e te la vendono gli stessi da cui prima trovavi solo ‘fumo’ e marijuana. La sera a Ponte Milvio, uno dei punti di ritrovo dei giovanissimi della capitale, ad esempio basta passeggiare per sentirne nell’aria l’odore acre”. Ed e’ subito boom. Tanto che al Sert dell’Asl Roma C, il centro in Piazza San Giovanni, confermano che sono sempre piu’ i ragazzini che a 14-15 anni ne fanno gia’ uso. “Purtroppo la prova arriva anche dalle nostre indagini – asserisce all’Adnkronos Salute Sebastiano Vitali, direttore superiore della Polizia di Stato del Servizio operativo antidroga del Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) – C’e’ un pericoloso mutamento di mercato. Se prima l’eroina era concepita come una droga da disperato”, il tossicomane con i buchi sulle braccia, laccio emostatico e siringa pronti all’uso, “ora, con questa nuova modalita’ di consumo, sta diventando una droga socializzante e non invasiva, esattamente come la cocaina”. E intanto il mercato cresce a passi da gigante. “Il 92% della produzione mondiale appartiene all’Afghanistan, e tra il 2006 e il 2007 l’aumento di produzione di eroina all’interno del Paese asiatico e’ stato di ben il 63%”. Con ripercussioni inevitabili anche sul nostro mercato. “Che, non a caso, serve anche il Centro e Nord Europa e detiene il secondo posto nel vecchio continente per numeri di sequestri messi a segno”. A far schizzare la produzione afghana e’ stata la perdita di potere dei talebani, passati dal ruolo di rigidi moralizzatori e censori dell’uso e della produzione di eroina “a quello di principali detentori del mercato”, spiega Vitali.
Un mercato senz’altro redditizio, “da cui i talebani tirano fuori grandi quantitativi di denaro per finanziare armi e esplosivi”, spiega Vitali. Oltre alla raccolta di oppio, “si sono appropriati anche della raffinazione, un tempo demandata ai turchi. Ora, invece, i talebani hanno aperto laboratori di lavorazione nel Sud del Paese, ai confini con Turchia e Siria: e’ li’ che l’oppio viene trasformato in eroina e quant’altro”.
Piu’ disponibilita’, dunque, e nuove strategie di marketing messi a punto dalla malavita: “Mini-dosi da 5 e 10 euro – spiega il capo del Servizio operativo antidroga – per promuoverne la circolazione. L’eroina si fuma e non ci si buca, dunque viene meno la paura della siringa e la percezione del tossico, di cui le nuove generazioni non hanno neanche il ricordo. Tira maggiormente perche’ non riesce piu’ a far scattare il campanello d’allarme”. “Il principio attivo”, in queste dosi a prezzi stracciati, “si aggira intorno al 15% della sostanza, il resto e’ composto da schifezze. Ma visto il grande quantitativo che si sta riversando sul mercato non e’ da escludere che giri anche eroina purissima, a cui il corpo di chi ne fa uso non e’ abituato e che pertanto potrebbe rivelarsi letale”.
La strategia messe a punto per conquistare nuovi consumatori sembra funzionare ed essere destinata a fare ulteriori proseliti.

“Nell’immediato futuro – stima Roberta Pacifici, dell’Osservatorio fumo, alcol e droga (Ossfad) dell’Istituto superiore di sanita’ – ci aspettiamo lo stesso trend di crescita che ha contraddistinto la cocaina negli ultimi anni. Ormai fumare eroina – fa notare la ricercatrice – costa davvero poco. In piu’ la sostanza si trova nei posti piu’ semplici: accessibile ed economica, ideale per giovanissimi alla ricerca di sballo”.
Fumare eroina, dunque, fa meno paura, ma i pericoli sono quelli di sempre, con o senza siringa.

“Certo senza il buco si evitano i rischi collaterali legati all’uso della siringa, vedi infezioni e Hiv. Ma a livello cerebrale gli effetti sono gli stessi. Tanto che si diventa dipendenti esattamente come avviene iniettandosi l’eroina in vena”.

“In piu’ ci sono tutti i problemi e le ripercussioni a livello polmonare, legati all’inalazione della sostanza”. Ma i giovani che ne fanno uso sembrano non curarsene.

“L’abbiamo provata quasi per caso – racconta Francesco, il sedicenne che ha deciso di narrare la sua esperienza all’Ankronos Salute – il tipo che ci vende il ‘fumo’ un giorno ci ha chiesto se volevamo provarla, e cosi’ io e gli amici che erano con me l’abbiamo fumata. Ne avevamo gia’ parlato con altri, alcuni compagni di scuola, e ci avevano garantito che era un ‘viaggio pazzesco’, da provare.
Cosi’ l’abbiamo fatto, senza pensarci piu’ di tanto. Eravamo incuriositi e l’occasione era a portata di mano”. Tre dosi da cinque euro riscaldate su un pezzo di carta stagnola e inalate a giro. “Un mio amico mi aveva detto che fumata cosi’ – spiega – era di gran lunga meglio”.
Il problema, secondo chi lotta ogni giorno contro la droga, e’ anche nella mancanza di prevenzione, che vede il nostro Paese fanalino di coda in Europa. “Eravamo gli unici insieme a Malta a non avere, tra i 27 Paesi dell’Ue, un Piano nazionale antidroga, che lavorasse sul duplice fronte della prevenzione e della repressione. La Svezia ne e’ dotata dal lontano ’39, quello italiano e’ stato varato nell’ultimo giorno del Governo Prodi”.

Non si inietta in vena, si fuma. Ma il nuovo trend di consumo di eroina che si sta affermando tra i giovanissimi “buca comunque il cervello, mettendo fuori gioco i neuroni in modo irreversibile”. Parola del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al contrasto delle tossicodipendenze Carlo Giovanardi, che all’Adnkronos Salute commenta il fenomeno dell’eroina da fumare tra teenager, sottolineando la necessita’ “di informare, allertando soprattutto i giovani e le loro famiglie, e mi riferisco – sottolinea il sottosegretario – in particolare alla fascia 13-18 anni”. “Gli adolescenti, i ragazzi – spiega Giovanardi – devono capire che usando queste sostanze si autocondannano, rovinandosi la vita e bruciando quella degli altri: pensiamo agli incidenti d’auto provocati da gente che si mette al volante in condizioni pietose. Se il prezzo dell’eroina e’ sceso vertiginosamente – fa notare il sottosegretario – e’ solo perche’ i trafficanti stanno coltivando consumatori in erba per alimentare il mercato nei prossimi 20 anni”. E riguardo alla possibilita’ che la mancata distinzione – stralciata dalla legge Fini-Giovanardi – tra droghe ‘leggere’ e ‘pesanti’ possa agevolare la diffusione di eroina tra i giovani, il sottosegretario e’ categorico: “quella divisione – afferma – era legata a un’ideologia tutta italiana. La cannabis e’ nociva come l’eroina, fanno male entrambe. Tutte le droghe lavorano sul cervello e creano dipendenza, questo e’ il messaggio che deve raggiungere tutti. Del resto anche le tabelle delle Nazioni Unite non fanno distinzioni di alcun tipo, dividendo droghe buone da quelle cattive”. Piuttosto una stilettata per il precedente Esecutivo. “A causa del Governo Prodi – sostiene Giovanardi – siamo stati ben 2 anni e mezzo senza dipartimento anti-droga, privi dunque di qualsiasi programmazione istituzionale sul tema. Ora, per fortuna, il servizio e’ stato ripristinato, ed e’ al lavoro per allertare i giovani”.

La composizione degli organismi consultivi in materia di droga, il nuovo Comitato scientifico e la nuova Consulta, indica ‘un grande cambiamento di metodo seguito dall’attuale governo, sia rispetto al precedente governo di centrosinistra sia rispetto ai precedenti governi di centrodestra’. E’ il commento di Alfio Lucchini, presidente nazionale di Federserd, la federazione dei servizi pubblici per le dipendenze. ‘Il Comitato scientifico e’ formato da scienziati assolutamente prestigiosi, quasi totalmente operanti all’estero. Ci auguriamo che questa scelta possa contribuire a stimolare la qualita’ dell’intervento, basato su evidenze scientifiche, nei servizi pubblici e nelle comunita’ terapeutiche’. Per quanto riguarda la Consulta, secondo Lucchini ‘l’elenco dei nomi non riflette la rappresentanza territoriale, ma progettualita’ e linee di intervento ritenute strategiche dal governo. Una scelta particolare, che merita’ una verifica in tempi brevi, della capacita’ di svolgere il suo compito di rappresentanza della realta’ del settore e di stimolo verso il legislatore’. ‘Per Federserd – conclude – impegno essenziale sara’ quello di rapportarsi anche in questo organismo con i rappresentanti delle Regioni, interlocutori istituzionali della Consulta’.