Un giorno forse si parlerà di “soluzioni alla Carfagna”, con riferimento al disegno di legge che “proibisce” la prostituzione per strada senza offrire chiare, limpide e legali alternative. Una legge davvero intelligente, che darà ottimi risultati. Come si controlleranno centinaia di chilometri di strade? Con quali poliziotti? Come si dimostrerà che le persone fermate stavano veramente contrattando un atto di prostituzione? Quanto ci costerà tutto questo? E quali e quanti altri reati, e più gravi, si compiranno impunemente solo perché i poliziotti sono in giro a cercare prostitute e clienti?
Detto tra parentesi, le leggi contro “la droga” dovrebbero aver insegnato come funzionano le proibizioni. Dovevano essere una soluzione, e hanno solo creato dei problemi. Sono riuscite a far danni per tutti senza ottenere vantaggi per nessuno – la caratteristica che secondo Carlo M. Cipolla contraddistingue la stupidità umana.
In Svizzera è possibile praticare legalmente la prostituzione, registrandosi presso la polizia e pagando le tasse come un qualsiasi professionista. Ma questo da alcuni anni non conviene più. In particolare nel Canton Ticino, la concorrenza illegale è dilagata, grazie anche al vivace afflusso di clienti italiani, e ha portato alla “tratta” di ragazze extracomunitarie anche minorenni, allo sfruttamento, alla violenza. Un giornalista-criminologo di Bellinzona, Michel Venturelli, preoccupato dall’aumento dei bordelli illegali e dagli aspetti criminali del mercato del sesso, ha avviato l’auto-organizzazione delle persone in regola con la legge. Come primo passo, di cui presto si potranno verificare i risultati, ha creato su internet la prima rete legale di prostitute/i (www.quickflirt.ch), con l’obiettivo di “normalizzare” il loro richiestissimo ma disprezzato lavoro, e di offrire anche – attraverso pagine riservate e non accessibili al pubblico – un mezzo di autodifesa e scambio di esperienze.
www.retezero.ch/corpi.html
a cura di Claudio Cappuccino