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Potrebbe avere ingerito una sostanza tossica – forse del metadone incustodito – il bambino di un anno arrivato esanime intorno alle 18 di ieri pomeriggio in braccio ai genitori al pronto soccorso dell’ospedale di Ronciglione, in provincia di Viterbo. I sanitari hanno tentato in tutti i modi di rianimare il piccolo, ma ogni tentativo e’ risultato inutile e non e’ rimasto che constatarne il decesso.
La successiva perquisizione effettuata in casa della coppia dai carabinieri della locale Compagnia, comandati dal capitano Marco Nasponi, ha portato al rinvenimento e al sequestro di diversi flaconi di metadone (alcuni pieni e alcuni vuoti), di 11 piantine di marijuana, di semi di cannabis e di una vera e propria una serra artigianale – ricavata all’interno del locale – destinata alla coltivazione di canapa indiana.
L’uomo, 35 anni, e la sua convivente, di 25, sono stati arrestati per detenzione di droga: lui, in cura presso il Sert di Ronciglione, ha precedenti specifici legati allo spaccio.

“Nell’appartamento – spiega il capitano Nasponi -, in pratica un’unica grande stanza adibita a piu’ usi, regnava una grandissima confusione: il piccolo dormiva quando i genitori si sono accorti che stava male”. “Aveva le manine e i piedini freddissimi”, avrebbe raccontato la mamma in lacrime agli inquirenti. “Lo abbiamo avvolto in un accappatoio e l’abbiamo subito portato in ospedale”.
Solo l’autopsia, in programma domani, potra’ accertare le reali case del decesso: gli esami di laboratorio riguarderanno anche quanto rigurgitato dal bimbo quando i sanitari hanno provato ad intubarlo e le tracce di vomito rimaste sugli abiti indossati dalla madre al momento della corsa in ospedale.

Il bambino morto per avvelenamento da metadone, un oppioide sintetico utilizzato nella terapia di mantenimento per la dipendenza da eroina, potrebbe avere avuto una depressione dei centri del respiro. E’ questo infatti l’effetto piu’ pericoloso del farmaco utilizzato nella terapia di mantenimento per tossicodipendenti da eroina.
Il metadone si assume sotto forma di sciroppo o supposte e passa nel latte materno; con l’analisi dei liquidi biologici (sangue, urine) si puo’ determinare se e in che dosaggio e’ stato assunto. Il metadone ingerito, probabilmente in modo accidentale, potrebbe essere stata la causa o aver aggravato una condizione preesistente.
Viene utilizzato, ha spiegato Piergiorgio Zuccaro dell’Istituto Superiore di Sanita’, in pediatria solo nei neonati che nascono in crisi d’astinenza da madri eroinomani, ma viene somministrato dal neonatologo, e non e’ previsto l’uso domiciliare.
Ci sono altri precedenti di intossicazioni da metadone nei bambini, che in due recenti casi era stato dato dai genitori per farli addormentare. Si e’ trattato di un bambino di due anni a Venezia e una bambina di tre anni a Campobasso poi morta.
Zuccaro spiega che l’intossicazione da farmaci e’ una delle principali cause di accesso ai centri antiveleno e i piu’ a rischio sono proprio i bambini piu’ piccoli, quelli sotto i 5 anni che sono il 70% dei pazienti che vengono ricoverati per questa causa.

“La notizia della morte del bambino di Viterbo, deceduto per aver ingerito metadone in possesso dei genitori tossicodipendenti, lascia sgomenti”. Lo afferma Isabella Bertolini, componente del direttivo del Pdl alla Camera in merito alla morte di bambino di un anno a Ronciglione, nel viterbese, per aver ingerito accidentalmente sostanze stupefacenti. “Se le indiscrezioni saranno confermate – ha spiegato la Bertolini – si aprono interrogativi inquietanti sulla bonta’ e sull’efficacia delle leggi che regolano la somministrazione e la prescrizione del metadone ai drogati. Questa morte orribile – ha concluso – testimonia il fallimento delle politiche basate sulla filosofia della riduzione del danno. Le forze politiche devono interrogarsi sulle modifiche legislative necessarie ed opportune da apportare rapidamente alla normativa vigente, per impedire che si consumino altre tragedie come quella avvenuta oggi”.

Andrea Muccioli, patron della comunita’ di recupero San Patrignano fondata dal padre Vincenzo, lancia un appello alla alla classe politica dopo la morte di un bimbo di un anno causata dall’ingestione di metadone che era stato affidato al padre: per Mucccioli bisogna “sospendere da subito gli affidamenti di stupefacenti che oggi provocano drammi come questi, oltre ad alimentare il mercato nero. E procedere a un cambiamento integrale delle politiche sociali sulla droga”. Casi analoghi, elenca Muccioli, sono gia’ successi a marzo a Campobasso e a maggio a Palermo. “In quest’ultimo caso, Francesco, 9 anni, si era salvato – spiega ancora Muccioli – E’ ora di dire basta. Bisogna interrompere subito questa striscia di morte. Queste morti sono solo il risultato piu’ visibile ed eclatante della dissennata politica di cronicizzazione della tossicodipendenza, chiamata ‘riduzione del danno’. Litri di metadone, di altre sostanze sostitutive e di psicofarmaci prescritti a persone che non possono garantire, a causa della loro condizione, alcuna affidabilita'”.

“La vicenda del bimbo tragicamente morto nel viterbese e’ l’ennesima dimostrazione dei terribili danni comunque riconducibili alla droga e a chi ne fa uso che determina comportamenti irresponsabili di cui possono essere vittime anche persone innocenti. Bisogna inoltre sensibilizzare l’opinione pubblica sui troppi decessi dovuti a una custodia imprudente dei farmaci che troppo spesso vengono lasciati alla portata dei bambini”. Lo dichiara il senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga.