Da due anni l’Assessorato alla tutela della salute del Piemonte, sotto l’impulso dell’assessore Artesio, ha intrapreso un innovativo e per ora unico percorso per portare ad un definitivo consolidamento il negletto pilastro della riduzione del danno. Il tutto è incominciato con una delibera regionale che prevedeva di gestire attraverso un «Gruppo tecnico» la destinazione di risorse proprie della Regione per il potenziamento degli interventi di riduzione del danno. Nel 2006, per la prima volta in modo organico, fu deciso uno stanziamento per la riduzione del danno di un milione di euro per quell’anno, replicato negli anni successivi. Al Gruppo regionale per la riduzione del danno, poi, fu richiesta la redazione di un vero e proprio Piano regionale per la riduzione del danno. Il Gruppo, coordinato da chi scrive e costituito da operatori di tutte le realtà attive nel pubblico e nel privato sociale, ha in primo luogo effettuato un accurato censimento delle attività in corso, in termini di operatori, interventi, risorse, prospettive. Dalla prima rilevazione, risultavano totalmente scoperte le province di Asti, Vercelli, Novara, mentre nelle altre la mappa dei servizi includeva «drop in», unità di strada, dormitori specializzati, pronta assistenza sanitaria, consulenza legale e vari interventi di outreach e fornitura di materiali sterili. Con il primo finanziamento è stato possibile, accanto alla conservazione, con qualche potenziamento, dell’esistente, promuovere l’attivazione di nuovi servizi, mirato soprattutto alla limitazione dei rischi nei setting naturali giovanili, e due nuovi «drop in».
Il fatto principale è stato però, nel 2007, l’inserimento nel nuovo Piano socio-sanitario regionale di una previsione specifica: l’istituzione come servizi ordinari nell’ambito di ciascuna Asl piemontese degli interventi di riduzione del danno la cui validità è ormai riconosciuta. Il tutto è stato rafforzato, nella primavera del 2008, dall’indicazione data ai direttori generali delle Asl di perseguire, tra gli obiettivi generali vincolanti per la retribuzione di risultato, la progettazione di attività di riduzione del danno in tutto il territorio piemontese. Nel febbraio 2008 il gruppo tecnico ha formalizzato il Piano regionale con la previsione di attività su differenti livelli. Servizi di Asl: disponibilità 24h su 24 di materiale iniettivo sterile in 32 città e cittadine del Piemonte; «drop in» in tutti i capoluoghi di provincia e nelle città con oltre 50.000 abitanti; unità di strada nelle concentrazioni urbane con più di 150.000 abitanti; unità di sopravvivenza notturna i quelle con più di 100.000. Servizi sperimentali: a Torino 2 strutture socio-sanitarie per il consumo protetto (le «stanze del consumo»), un dormitorio e un «drop in» aperti 24h su 24; e un servizio di strada per i nuovi consumi; nella Regione, una unità di emergenza per i rave party. È anche in corso un difficile tentativo di attivare specifici percorsi di riqualificazione del personale precario – professionale e pari – che ne permettano l’inclusione definitiva nelle dotazioni organiche delle Asl. La strada è tracciata: molte sono ancora le resistenze, anche dentro i Servizi, ma la riduzione del danno è in Piemonte in fase di espansione, anche sul piano culturale.