Il giro di vite sul fumo spegne le sigarette in Francia. Da quando gli affollati bistrot e caffe’ hanno messo al bando le ‘bionde’ – misura varata esattamente un anno fa – i francesi hanno ridotto i consumi, portandoli ai minimi storici come mostra, numeri alla mano, una ricerca della British American Tobacco (Bat).
Secondo Bat, a tenere lontani dal vizio i francesi non solo il divieto di fumo nei bar e nei locali pubblici, ma anche i prezzi alti, che avrebbero incoraggiato i cittadini d’Oltralpe a spegnere la ‘cicca’. Lo scorso anno nel Paese sono state vendute 54,4 miliardi di sigarette, in calo del 2,3% dal 2007. Nel 1998, anno d’oro per le ‘bionde’, in Francia furono vendute quasi 85 miliardi di sigarette. Il prezzo del pacchetto, tassato pesantemente col passare delle stagioni, e’ aumentato vorticosamente negli ultimi anni. La dice lunga il fatto che il prezzo medio di un pacchetto si attestava a 5,30 euro lo scorso anno, contro i 2,96 euro di un decennio fa. Ma a falsare i risultati del Bat, smorzando i toni della buona notizia, potrebbe contribuire la propensione di alcuni francesi ad acquistare le sigarette all’estero proprio per aggirare i prezzi alti.
“E’ chiaro – riconosce Yves Trevilly, responsabile dei rapporti istituzionali di Bat Francia – che dal momento che i prezzi salgono in Francia, la gente va oltreconfine dove puo’ pagare meno”. Tanto che, spiega lo stesso Trevilly, almeno una sigaretta su quattro fumata in Francia lo scorso anno e’ stata comprata all’estero, in particolare in Spagna, Lussemburgo e Belgio. Ma cio’ non toglie che “il mercato francese non sia mai stato cosi’ basso – riconosce British American Tobacco in una nota – e un’analisi mostra che, quando si parla di tabacco, quel che e’ perso e’ perso”.