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Al Vaticano servirebbe una legge contro i reati di droga. Lo ha detto il promotore di giustizia Nicola Picardi alla inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano, ricordando i problemi posti alla giustizia vaticana dal recente caso di un dipendente vaticano accusato di detenzione e spaccio.
Non essendoci una legge in materia, in mancanza di meglio, per punire il colpevole, alla fine, si e’ fatto ricorso a una vecchia legge che prevede che ‘qualora le norme penali del Regno d’Italia richiamate in via suppletiva risultino per qualsiasi motivo inapplicabili e manchi qualunque altra disposizione penale speciale … il giudice, salvi sempre i provvedimenti e le pene spirituali di diritto canonico, puo’ applicare al colpevole la pena dell’ammenda fino a lire 9.000 a quelle dell’arresto sino a sei mesi’.
Benche’ anacronistica questa norma e’ stata comunque applicata, ha spiegato Picardi, per evitare che ‘una carenza legislativa potesse trasformare lo Stato della Citta’ del Vaticano in una zona franca per detentori e spacciatori di droghe’. Ma a suo avviso ‘la sanzione e’ inadeguata alla gravita’ del reato e non in linea con la legislazione degli altri Stati. A giudizio di questo ufficio – ha concluso Picardi – occorrerebbe, quindi, provvedere a emanare una legge speciale in materia’.