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Sulle droghe continua a esserci grande confusione, e a quanto pare grande paura ad affrontare seriamente il problema. Anche il governo Prodi sembra non riuscire più a rispettare il chiaro impegno preso nel programma elettorale, l’abrogazione della legge Fini-Giovanardi.
Eppure, per decidersi ad agire, basterebbe porsi poche domande. Questa legge ha fatto qualcosa di positivo? Ha ridotto il traffico e lo spaccio? Ha scoraggiato il consumo, almeno quello compulsivo o irresponsabile? Ha ridotto i danni delle droghe fra i giovani? Ha riscosso vasto consenso fra esperti e operatori del settore? Non c’è nemmeno bisogno di dare tante risposte. Ne basta una per tutte: no.
In realtà, non ci sarà salvezza dai danni e dai problemi delle droghe finché ci saranno queste leggi, e finché la stragrande maggioranza delle persone, legislatori inclusi, delle droghe saprà poco o niente.
Sulle droghe c’è infatti, ancora oggi, un grande bisogno di chiarezza. Per prima cosa, bisognerebbe smetterla con distinzioni prive di senso come quella (purtroppo di grande successo) fra droghe leggere e pesanti. Non esistono droghe leggere e droghe pesanti. Semmai, se proprio si vuole salvare l’espressione, si può dire che esistono usi leggeri e usi pesanti (usi appropriati e usi controindicati, usi ragionevolmente sicuri e usi con alta probabilità dannosi) delle varie droghe. Per essere chiari: la marijuana usata male è più pericolosa dell’eroina usata bene (anche se è difficile usare «bene» eroina del mercato nero).
Poi bisognerebbe sapere e capire che cosa sono e che cosa fanno le diverse sostanze (o gruppi di sostanze), quali sono, se ci sono, i loro usi terapeutici (che non devono in alcun modo essere ostacolati dalla legge, e su cui, semmai, si deve promuovere la ricerca), per quali motivi certe sostanze sono usate a scopo voluttuario (o a volte, «terapeutico non riconosciuto»), quali sono le modalità e le circostanze di quest’uso, quali sono i reali rischi o danni dell’uso saltuario, continuativo o addirittura quotidiano, e infine, quale potrebbe essere, per ciascuna sostanza o gruppo di sostanze, la più appropriata regolamentazione per minimizzare rischi e danni.

c.cappuccino@fuoriluogo.it