Dal 12 al 14 marzo si terrà a Trieste la “Conferenza Nazionale sulle droghe”, organizzata dal Governo. Verrà sigillata la linea repressiva e di esteso controllo sociale che in tanti anni ha prodotto i risultati che si conoscono: “maggiore repressione e maggiori consumi”.
Noi, come operatori ed operatrici, crediamo alla necessità di andare oltre a questo scenario. Costruiamo uno spazio di discussione al Teatro Miela.
Appello alla partecipazione
Dal 12 al 14 marzo si terrà a Trieste la Conferenza Nazionale sulle droghe, organizzata dal Governo. Verrà sigillata la linea repressiva e di esteso controllo sociale che in tanti anni ha prodotto i risultati che si conoscono: maggiore repressione e maggiori consumi. Le modalità con cui è stata preparata (con tempi ridottissimi, con numerosissime sessioni pensate come brevi spot, con interventi preordinati e “blindati”, senza il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei servizi pubblici e del privato sociale, degli operatori, dei consumatori, dei cittadini) sono una conferma che questa Conferenza: non sarà il luogo di un confronto approfondito, partecipato, libero e democratico non sarà il luogo dove verranno laborate politiche condivise non sarà il luogo dove si potrà esprimere liberamente posizioni critiche e proposte. non sarà il luogo delle decisioni erchè tutto è già deciso dalla politica ideologica del governo.
Dalla Conferenza di Palermo il quadro complessivo è sicuramente peggiorato: è ormai critica la situazione dei servizi, sempre più poveri e precari di fronte al continuo aumento del carico di lavoro, delle richieste e dei molteplici bisogni; è ogni giorno più difficile il ruolo degli operatori, schiacciati da un mandato di controllo sociale sempre più pesante ed insopportabile (legge 49 del 2006, accertamenti di tossicodipendenza sui lavoratori, decreto legge che elimina il divieto di denuncia da parte dei medici degli immigrati clandestini che vengono assistiti dal Servizio sanitario nazionale); è messa in discussione la libertà di scelta dei comportamenti, mediante campagne colpevolizzanti che fanno leva su un’emotività negativa e violenta e che criminalizza le persone. Va sempre più affermandosi un approccio di tipo neurobiologico, che semplifica fino a negare le complessità che stanno alla base delle storie personali e dei fenomeni di consumo o dipendenza.
Con queste premesse si disegna un quadro di reclusione, normalizzazione e controllo dei comportamenti, di riduzione ad “uno” e “normale” della vita.
A partire dall’appello lanciato da Forum Droghe in gennaio, si è sviluppata in regione Friuli Venezia Giulia la volontà di costruire iniziative e dibattiti in occasione della Conferenza Nazionale, con i tanti che saranno presenti in quei giorni a Trieste. Noi, come operatori ed operatrici, crediamo alla necessità di andare oltre a questo scenario. Crediamo ad un confronto che parta da basi radicalmente diverse: accoglienza, libertà ed autodeterminazione. Non criminalizzare i consumi ed accogliere i consumatori per non condannarli a nascondersi.
Pertanto, tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno voglia di costruire un dibattito libero, democratico, laico, non ideologico, obiettivo, senza pregiudizi, onesto, trasparente, rispettoso dei vari punti di vista intorno alle politiche sulle droghe, ai nuovi consumi, alle nuove tendenze, al diritto alla salute e alla cura di tutti i cittadini, siano essi regolari o irregolari, sono invitati a riempire il 12 e il 13 marzo il teatro Miela (nei pressi della stazione ferroviaria e della Stazione Marittima, sede della Conferenza governativa) e gli altri luoghi della città con lo spirito di nimare momenti di discussione libera, di promuovere incontri di approfondimento tematico, di sensibilizzare la popolazione e i mass media.
Sarà possibile ed auspicabile scambiare le esperienze di lavoro, le buone pratiche, i progetti più innovativi.
Il teatro Miela sarà anche uno spazio di accoglienza aperto ed orizzontale e potrà facilitare l’esposizione e lo scambio di eventuali materiali, documenti, depliant, unità di strada, ecc.
Non sarà la contro-conferenza, ma un’occasione di confronto libero tra gli operatori, i consumatori, tra tutti coloro che avranno voglia di partecipare.
Vanessa Padoan – operatrice sociale – Monfalcone (GO)
Capaldo Luciano- educatore – Monfalcone (GO)
Alfredo Racovelli – operatore sociale – Trieste
Alessandro Metz – cooperatore – Trieste
Gianni Cavallini – medico – Gorizia
Pino di Pino – operatore sociale – Venezia
Genni Fabrizio – operatrice sociale – Monfalcone (GO)
Gianugo Fabris – operatore sociale – Monfalcone (GO)
Tonia Contino Ser.t – Trieste
Severino Gergolet – operatore sociale – Trieste
Ana Rosa Barros da Silva – psicologa – Trieste
Claudia Dominguez – psicologa – ser.t – Gorizia
Isabel Sanchez – ICS – Ufficio rifugiati Trieste
Gianfranco Schiavone – Ics – Ufficio rifugiati Trieste
Caterina Zorzi – consumatrice
Eugenio Solla- operatore sociale – Ascoli Piceno
Giampaolo Paticchio responsabile comunità – educativa minori “casa di mattoni”. Monteleone di Fermo
Simonetta Olivo – psicologa consultorio famigliare – Trieste
Ileana Zumbo – operatrice sociale – Trieste
Daniela Cerretti – operatrice sociale – Trieste
Roberto Pagliara – professore e formatore – Palermo
Moreno Castagna – operatore sociale e formatore – Trieste
Stefano Dorigo – studente – militante del collettivo formAzione
Markab Matossi – Collaboratore di spazi Canaposi sul web
Tamara Izzi
Matteo Solla – Operatore Sociale EdS – Monza Brianza
Ivan Bormann – educatore, operatore sociale – Trieste
Daniela Cerretti – operatrice sociale – Trieste
Cecilia Donaggio – formatrice – Trieste
Rossella Malinconico – cittadina e pensionata
Paola Di Vaia – operatrice sociale – Trieste
Giampiero Onor – lavoratore portuale – collaboratore del Teatro Miela di Trieste
Jessica Beele – consulente legale immigrazione e rifugiati – Trieste
don Andrea Gallo – coordinatore Comunità San Benedetto al Porto Genova
Fabio Scaltritti – Comunità San Benedetto al Porto Genova
Domenico Chionetti – Comunita’ San Benedetto al Porto Genova