WASHINGTON – Un inatteso risvolto della crisi economica, negli Usa, potrebbe essere l’abolizione della pena di morte: alcuni Stati federali stanno valutando se abolirla perchè costa troppo. La pena di morte viene applicata in 36 dei 50 Stati Usa ed è ampiamente appoggiata dall’opinione pubblica. Ma in Stati come il Montana, il Kansas, il New Mexico e il Maryland c’è chi comincia a pensare seriamente di abolirla per contribuire al risanamento dei bilanci. Gli Stati più interessati sono quelli in cui sono state realizzate poche esecuzioni negli ultimi trent’anni.
I risparmi potrebbero essere considerevoli: portare sotto la scure del boia un condannato può costare – al termine di lunghi e complicati processi in cui gli accusati sono spesso difesi da avvocati pagati dallo Stato- anche dieci volte in più che tenerlo in galera a vita. Circondanti da straordinarie misure di sicurezza, i bracci della morte sono anch’essi super-costosi.
Nel Kansas, dove è stata eseguita una singola esecuzione dal 1976, ci sono 9 persone in attesa d’esecuzione; e gli attivisti del Death Penalty Information Center hanno calcolato che il costo di un detenuto nel braccio della morte è il 70 per cento superiore rispetto che in una cella normale. Ecco perchè, fatti i conti, una senatrice repubblicana dello Stato, Caroline McGinn, ha già presentato una legge per proibire la pena di morte a partire da luglio.