Usa e Onu sono impegnati da anni contro le coltivazioni di coca in Colombia. In particolare, gli Usa hanno destinato alla Colombia miliardi di dollari anche in aiuti militari. Ma nel 2008 le coltivazioni di foglia di coca sono cresciute del 27 per cento in Colombia, che resta il maggiore produttore di cocaina in Sudamerica con 600 tonnellate, solo dieci in meno rispetto al 2007: lo riferisce il rapporto della Giunta internazionale di controllo degli stupefacenti dell’Onu, secondo cui aumenti delle estensioni delle piantagioni illegali sono stati registrati lo scorso anno, sebbene in forma minore (5%), anche in Perú e Bolivia. "Della superficie totale di coltivazioni illecite dell’arbusto di coca in Sudamerica, pari a 181.600 ettari, il 55% corrisponde alla Colombia, il 29% al Perú e il 16% alla Bolivia" si legge in un estratto del documento citato dall’agenzia Misna. L’organismo dell’Onu ha peraltro messo in risalto due aspetti: l’aumento delle piantagioni di coca non si è riflesso, in proporzione, sulla produzione mondiale di cocaina che lo scorso anno è stata pari a 994 tonnellate, solo dieci in piú dell’anno precedente; inoltre, dall’Argentina, all’Uruguay, alla stessa Bolivia, la droga piú consumata nella maggior parte dei paesi della regione è la cannabis. Sempre riguardo alla Bolivia, sebbene non in forma diretta, come accaduto nel 2008, la Giunta ha reiterato il divieto di masticazione della foglia di coca, pratica millenaria delle popolazioni indigene difesa dal governo come parte integrante della cultura andina. Il rapporto aggiunge, tra l’altro, che il Venezuela è uno dei principali punti di partenza dei carichi di stupefacenti diretti negli Stati Uniti e in Europa, al pari del Messico, dove si smistano verso le stesse destinazioni quelli provenienti dal Sudamerica e si assiste a una grave recrudescenza della violenza legata al narcotraffico. Nella regione del Centroamerica e dei Caraibi preoccupa tra l’altro l’avanzare delle ‘maras’ o ‘pandillas’, come vengono chiamate le bande criminali giovanili, che restano vincolate al giro del narcotraffico internazionale e alla delinquenza organizzata negli Stati Uniti. La lotta al narcotraffico necessita di un’alleanza tra i paesi per evitare che il problema continui a diffondersi. Lo hanno affermato Omar Figueroa della Dirección Nacional de Estupefacientes in Colombia e Perry Holloway, direttore del dipartimento Asuntos Narcóticos dell’ambasciata degli Stati Uniti in Colombia. I due rappresentanti della lotta alla droga si sono recati in Guatemala per parlare con le autorita’ locali dell’esperienza colombiana contro il narcotraffico. "È fondamentale adottare politiche per la lotta al narcotraffico e potenziare le leggi per evitare che questo problema si diffonda", ha spiegato Figueroa. Dall’America centrale, affermano gli esperti, passa circa il 60 per cento della droga che va negli Stati Uniti. "Se aumenta il narcotraffico, ci sara’ piu’ violenza, piu’ impunita’ e piu’ corruzione", hanno detto.