«L’ISTAT certifica che il 27% degli incidenti vengono provocati da persone che sono sotto uso di sostanze». Così Francesco Giubilei, l’enfant prodige della destra italiana, domenica mattina a Omnibus su LA7 ribatteva sicuro alle argomentazioni di Riccardo Magi, fra i pochi in questi giorni ad opporsi alle novità proposte in Consiglio dei Ministri sulla tolleranza zero su droghe e guida. Per il segretario di +Europa si tratta di «una persecuzione nei confronti di chi usa sostanze illegali, mentre i consumatori di alcol possono stare tranquilli perché non viene rilevato giorni dopo l’assunzione come altre sostanze».
Ma i dati di Giubilei portavano immediata forza al messaggio lanciato dal Ministro Salvini: sospensione immediata della patente dopo il test salivare positivo. Pur fra le contestazioni di Magi, in trasmissione non c’è stato modo di chiarire il dato su droghe e incidenti stradali. Ci ha pensato proprio Giubilei quello stesso pomeriggio, rispondendo ad un tweet e citando tanto fieramente quanto malamente un virgolettato: «Caro Magi ecco dati ISTAT che dicevi non essere veri: “conducenti giovani che causano incidenti stradali sotto l’effetto di stupefacenti sul totale è al 27% per la guida sotto effetto di droghe”». Che nulla c’entra con quanto detto in trasmissione, come sottolineato dagli oltre 300 commenti degli utenti, alcuni dei quali hanno suggerito che si riferisse al dato, questo reale, che fra i conducenti sanzionati per droghe il 27% si colloca nella fascia 15-24 anni.
Continua dunque la narrazione tossica da parte del Governo Meloni sul tema droghe. In perfetta linea con la kermesse anti-cannabis del 26 giugno e sfruttando l’onda emozionale dell’incidente stradale di Casal Palocco, e dell’insensata morte del piccolo Manuel. “Giubilei non è uno qualunque – chiosa Magi – ma uno dei volti che la destra di governo ha scelto di mandare in TV. Non sanno di che parlano, ma vogliono governare”. Hassan Bassi cura da alcuni anni la sezione del Libro Bianco sulle droghe dedicata proprio all’incidenza del consumo di sostanze su quanto avviene sulle strade italiane. «Gli ultimi dati dell’Istat – spiega Bassi – sono riferiti al 2021 e pur non esaustivi sono abbastanza chiari: Carabinieri e Polizia Stradale su un totale di 52.459 incidenti con lesioni hanno elevato 5.085 sanzioni per stato di ebbrezza (art. 186 CdS) e 1.676 per stato alterato da stupefacenti (187 CdS). Si tratta rispettivamente del 9,7% e del 3,2% degli incidenti da loro rilevati, quelle per droghe pure in leggera diminuzione rispetto a 2020 e 2019. Anche per quanto riguarda i controlli su strada l’incidenza è molto bassa: ad esempio la Polizia Stradale nel suo report del 2022 segnala che su 415.995 conducenti controllati con etilometri e precursori, solo 1.181 sono stati sanzionati perché risultati positivi a droghe: lo 0,28% del totale.”
Un dibattito serio guarderebbe prima di tutto a questi dati e alle principali cause degli incidenti stradali che rimangono velocità e distrazione alla guida, spesso legata all’uso dello smartphone. E senza sottrarsi al tema dell’alterazione alla guida causata da uso di alcol e droghe, guarderebbe alle esperienze degli stati che hanno scelto di regolamentare le sostanze, come il Canada, dove proprio grazie alle campagne di informazione trasparente sugli effetti delle sostanze ed alla prevenzione sono diminuiti i comportamenti a rischio, compreso il mettersi alla guida dopo aver consumato cannabis (-40%). Senza alcun aumento degli incidenti stradali a seguito della legalizzazione.
Invece in Italia si citano statistiche a caso, strumentali solo a solleticare la pancia del proprio elettorato e a colpire – a prescindere dall’effettiva guida in stato alterato – le scelte di vita di determinati segmenti sociali. Fra gli obiettivi preferiti ci sono i giovani e i consumatori di cannabis, la sostanza i cui metaboliti possono rimanere all’interno del corpo anche dopo settimane dall’ultimo uso.
Anche per Elia De Caro, avvocato e Difensore Civico dell’Associazione Antigone si tratta di un provvedimento che «colpisce indiscriminatamente i consumatori di sostanze stupefacenti al di là di loro comportamenti dannosi o pericolosi. Dalle indiscrezioni – argomenta De Caro – sembrerebbe che si voglia irrigidire, se non riscrivere, la disciplina che ora sanziona penalmente la condotta di chi guida in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti. La proposta sembrerebbe voler omettere l’accertamento dello stato di alterazione e sanzionare penalmente chi guida risultando positivo a dei test, anche in assenza di tale prova. Alcune sostanze – continua il Difensore Civico di Antigone – rimangono per tempo nei liquidi biologici e la positività non è elemento da solo sufficiente a provare lo stato di alterazione. Ritengo che la proposta violi i principi costituzionali di presunzione di innocenza, di legalità e ragionevolezza che orientano il nostro sistema penale. Si tratta dell’ennesima ricerca di una scorciatoia verso il populismo penale, piuttosto che investire in metodiche di ricerca e verifica più serie dello stato di alterazione.»
[Fonte: articolo di Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, pubblicato su l’Unità del 6 luglio 2023]