Anche per Forum Droghe “la Via Maestra” parte dal “modello di democrazia e di società” delineato dalla Costituzione italiana “che pone alla base della Repubblica, il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali”. Questi principi generali rappresentano il quadro di riferimento per il cambiamento delle politiche sulle droghe. Un quadro culturale e politico che accomuna le lotte per rimuovere le nuove forme di istituzionalizzazione, le diseguaglianze che interessano fasce di popolazione sempre più ampie e diversificate. Forum Droghe è impegnato, fin dalla sua nascita, a promuovere iniziativa politica e proposte di legge, per modificare radicalmente le politiche sulle droghe attraverso la depenalizzazione e decriminalizzazione di tutte le condotte legate all’uso di droghe a partire dalla legalizzazione della cannabis.
La nostra adesione alla manifestazione intende esprimere l’esigenza di considerare la questione delle droghe come un tema che interessa l’intera società civile e il mondo sindacale. Il modello interpretativo stigmatizzante dell’uso di droghe è sempre più utilizzato, in particolare da questo governo, per criminalizzare comportamenti e fasce di popolazione considerate non controllabili, come i giovani (dal decreto rave a quello Caivano, passando per l’inasprimento delle sanzioni per la guida sotto effetto di alcol e droghe). Così come sul versante delle realtà marginali, senza dimora e migranti, viene negata qualunque forma di intervento e di cura, quale la riduzione del danno e la prevenzione e cura delle patologie correlate.
Da tempo una rete di organizzazioni della società civile ha posto l’esigenza di modificare la mission dei Servizi Pubblici, passando dalla cura della dipendenza alla Tutela della Salute delle Persone che Usano Droghe (PUD). La prospettiva di cambiamento, tutta legata al riconoscimento del diritto alla salute, è verso “un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio-sanitario pubblico, solidale e universale, a partire da quello territoriale”. Le esperienze consolidate degli interventi e servizi sulla Riduzione del Danno (RdD) e dei Rischi, rappresentano, in questa logica, una prospettiva trasversale di promozione della salute tipica del modello territoriale dei servizi. Dal 2017 la RdD è stata inserita nei LEA, ma non vi è stato alcun provvedimento né dei Ministeri alla Sanità né della Conferenza Stato-Regioni per attuare la norma sul piano nazionale.
Nello stesso tempo, la rete della società civile, ha proposto un Piano nazionale per le misure alternative alla detenzione inteso come processo di decarcerizzazione e deistituzionalizzazione progressivo delle PUD detenute, verso processi di inclusione sociale. Risulta, anche per questo obiettivo, centrale la coniugazione tra il diritto alla salute e il “contrasto alla povertà e diseguaglianze e promozione della giustizia sociale”. La strategia più generale di cambio radicale della legge penale può essere preparata attraverso questi importanti obiettivi intermedi. È per tutti questi motivi che aderiamo alla manifestazione e aderiremo a tutte le iniziative successive.
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