È stato presentato questa mattina presso la Camera dei Deputati il Rapporto sullo stato dei diritti in Italia, ideato e curato da A Buon Diritto – Onlus presieduta da Luigi Manconi – fin dal 2014, grazie al sostegno dell’Otto per mille Valdese. Il monitoraggio, ogni anno, riporta le principali novità normative ed evidenzia gli eventuali arretramenti riscontrati nel riconoscimento di alcuni diritti, e le iniziative e le proposte da intraprendere per la loro tutela. Alla presentazione, con la volontà di portare il tema all’attenzione parlamentare, sono intervenuti – insieme al Presidente di A Buon Diritto Luigi Manconi e alla moderatora della Tavola Valdese Alessandra Trotta – le parlamentari del Partito Democratico Rachele Scarpa e Ouidad Bakkali e il parlamentare di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
Rapporto Diritti è un monitoraggio di 17 diversi diritti, delle maggiori difficoltà riscontrate nel loro riconoscimento, delle principali novità normative e legislative e delle iniziative e proposte da intraprendere per la loro tutela. Dalla Libertà di espressione e d’informazione ai Profughi e richiedenti asilo; dalla Salute e libertà terapeutica all’Ambiente; e poi Autodeterminazione Femminile, Istruzione, Lavoro, Persona e disabilità, Pluralismo religioso, Migrazioni e integrazione, LGBTQIA+, Minori, Prigionieri, Salute, Dati sensibili e Diritto all’abitare. Il Rapporto, composto da capitoli, grafici, storie e linee del tempo, è un racconto corale, intersezionale. È sia uno strumento scientifico e di informazione sia uno strumento politico: per questo alla fine di ogni capitolo gli autori e le autrici rivolgono una serie di raccomandazioni per il legislatore, facendo emergere cosa ancora manca per ciascun diritto e cosa ancora può e deve essere fatto.
“Anche nel 2022 e nel 2023 sono tanti i diritti su cui il nostro Paese è rimasto indietro o che non si è impegnato a sufficienza a garantire”, denuncia Camilla Siliotti di A Buon Diritto Onlus.
Dai dati evidenziati dal nuovo Rapporto, si nota come, da un punto di vista climatico e ambientale, mancano ancora politiche serie di decarbonizzazione che permettano di contrastare i cambiamenti climatici in atto e le loro conseguenze, ormai sempre più evidenti anche in Italia. Nel 2022 ci sono stati 310 eventi climatici estremi, con un incremento del 55% rispetto al 2021 mentre 77 chilometri quadrati di territori agricoli e naturali sono stati trasformati in aree artificiali.
Non si è ancora intervenuti a sufficienza nell’ambito delle politiche abitative, nonostante il PNRR potesse rappresentare un’occasione: in Italia manca da trent’anni, e continua a mancare, un piano strutturale e pluriennale sull’abitare. Situazione che incide in maniera negativa sulla disponibilità di alloggi in locazione per i residenti, andando a colpire le fasce economicamente più deboli.
A livello di contrasto alla violenza di genere, nel nostro Paese c’è un problema evidente e strutturale: nel 2022 il numero dei femminicidi è stato di 106 donne uccise, mentre nel 2023 il numero totale dei femminicidi lesbicidi e transicidi, secondo l’Osservatorio nazionale di Non Una di Meno, è di 113 (dati aggiornati all’8 dicembre 2023). Nell’attuale legislatura sono state approvate la legge n. 12 del 2023, che prevede l’istituzione di una Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio, la Legge n. 122 del 2023, che interviene su alcuni aspetti procedurali relativi alla persecuzione dei reati di genere e la Legge 24 novembre 2023, n. 168, “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, entrata in vigore il 09 dicembre 2023, che però ripropone interventi di natura emergenziale e in chiave securitaria, già dimostratisi inefficaci.
Mancano anche politiche e investimenti su prevenzione e contrasto alla discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA+, anche in ambito lavorativo. Fra queste il 41,4% ha riferito svantaggi sul lavoro a causa del proprio orientamento sessuale. Il 2022 e il 2023 hanno visto l’assenza di una reale proposta legislativa in materia di diritti delle persone LGBTQIA+ e di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
Negli ultimi due anni sono state avanzate modifiche legislative in senso restrittivo in materia di asilo e immigrazione: tra queste, ricordiamo quelle introdotte dal decreto 20/2023 che hanno ulteriormente modificato la protezione speciale, rendendo il suo riconoscimento più limitato e introducendo ostacoli al rinnovo e alla conversione in permesso per lavoro. Al tempo stesso, restringere i criteri di accoglienza e ospitalità delle persone che arrivano nel nostro paese, non implementando in maniera funzionale alcun canale di ingresso rischia di aumentare il bacino di irregolarità e la marginalità sociale delle persone straniere e migranti. Nel corso del 2022 si sono registrati 105.129 arrivi via mare, in aumento rispetto ai 67.477 del 2021. La rotta del Mediterraneo centrale si conferma una delle più letali al mondo. Sono invece un milione i giovani nati in Italia che non hanno la cittadinanza a causa della mancanza di una legge sullo Ius Soli.
Per quanto riguarda l’istruzione, infine, c’è stata una riduzione dei finanziamenti alla scuola, con il passaggio da una spesa del 4,3% del PIL nel 2020 al 3,4% nel 2022.
I ricercatori e le ricercatrici del Rapporto sullo Stato dei diritti in Italia del 2022/23 sono: Antonio Ardolino per il capitolo Rom e sinti; Angelica Gatti per il capitolo Istruzione; Federica Resta per il capitolo Prigionieri e il capitolo Dati sensibili; Benedetta Rinaldi Ferri per il capitolo Minori; Paola Finzi per il capitolo Salute mentale; Domenico Massano per il capitolo Persona e disabilità; Enrico Puccini per il capitolo Diritto all’abitare; Lorenzo Fanoli per il capitolo Lavoro; Silvia Demma per il capitolo Salute e Libertà Terapeutica; Ilaria Valenzi per il capitolo Pluralismo religioso; Francesco Damiano Portoghese per il capitolo Migrazione e integrazione; Rita Vitale per il capitolo profughi e richiedenti asilo; Camilla Siliotti per il capitolo Ambiente; Marina de Stradis e Benedetta Caporusso per il capitolo LGBTQIA+; Marina de Stradis e Michela Pugliese per il capitolo Autodeterminazione femminile.
Il Rapporto da oggi è disponibile su www.rapportodiritti.it
Migrazioni e integrazione
Ad oggi, nonostante alcune innovazioni positive in materia di ingressi regolari (grazie all’aumento del numero di quote di ingresso previste per il periodo 2023-2025 e alla semplificazione di alcune pratiche finalizzate al rilascio dei permessi di soggiorno, sempre nell’ambito dei visti di ingresso per lavoro), il sistema dei Decreti flussi annuali rimane il principale ostacolo per tutte le persone che intendono cercare lavoro in Italia. Difatti le domande normalmente eccedono lo stock di quote disponibili e la finestra temporale per la presentazione delle domande è limitata, determinando così una vera e propria corsa contro il tempo per la compilazione e l’inoltro. I canali di ingresso restano ridotti e non è ancora previsto un visto di ingresso per ricerca lavoro. La rigidità della normativa emerge ancora più chiaramente nel caso in cui una persona straniera irregolarmente soggiornante sia destinataria di un’offerta di lavoro regolare: in questo caso non è prevista alcuna possibilità per accedere a un titolo di soggiorno. Nel frattempo la legge sulla cittadinanza, in vigore dal 1992, non è ancora stata modificata per introdurre delle facilitazioni nella naturalizzazione a beneficio di ragazzi e ragazze che sono nati in Italia e hanno concluso un ciclo di studi. Circa un milione di persone, italiane di fatto ma non giuridicamente, potrebbe beneficiare di questa misura.
Profughi e richiedenti asilo
Nel 2022 si sono registrati 105.129 arrivi via mare, in aumento rispetto ai 67.477 del 2021. E nel 2023 i numeri sono aumentati ulteriormente: sono 153.053 le persone arrivate in Italia al 10 dicembre 2023, secondo i dati UNHCR. Per quanto riguarda i morti e i dispersi, anche nel 2022 e nel 2023 la rotta del Mediterraneo centrale si conferma una delle più letali al mondo. Nel 2022 il Governo Meloni ha approvato un decreto particolarmente controverso, i cui effetti sono chiari: ostacolare le operazioni delle ONG. Nel corso del 2023, l’accesso alla domanda di asilo, uno dei pochi canali di regolarizzazione per chi entra irregolarmente e ha necessità di protezione, è stato fortemente ristretto da prassi difformi degli Uffici immigrazione delle Questure di diverse città italiane. Sempre nel 2023, le modifiche introdotte dal decreto 20/2023 hanno ulteriormente modificato la protezione speciale, rendendo il suo riconoscimento più limitato e introducendo rilevanti ostacoli al rinnovo, oltre ad aver eliminato la possibilità di convertirla in permesso per lavoro. Queste misure rischiano di aumentare il bacino di irregolarità e la marginalità sociale delle persone migranti.
Ambiente
L’Italia non è ancora riuscita a ridurre le emissioni di gas serra come sarebbe necessario: secondo l’Ispra nel 2022 le emissioni si sono attestate a circa 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
Il 2022 è stato un anno disastroso anche da un punto di vista del consumo di suolo: quasi 77 chilometri quadrati di territori agricoli e naturali sono stati trasformati in aree artificiali, a ritmi che non si vedevano da oltre 10 anni, e il 2023 non si prospetta un anno migliore. Nel 2022 ci sono stati 310 eventi climatici estremi, con un incremento del 55% rispetto al 2021, che hanno provocato impatti e danni ai territori e hanno causato la morte di 29 persone. Il 2023 ha visto crescere ulteriormente gli eventi climatici estremi con 122 fenomeni meteorologici nei primi cinque mesi dell’anno. Si è registrato quindi un +135% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza, con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2023. Attivisti e movimenti ecologisti hanno chiesto interventi alla politica, ma le risposte sono state insufficienti o prevalentemente repressive: il 12 luglio 2023 è stato votato in Senato il ddl n. 693, che prevede “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e modifiche agli articoli 635 e 639 del codice penale”. Il riferimento, neanche troppo implicito, è alle azioni compiute da attivisti per il clima come Ultima Generazione, che negli ultimi anni hanno messo in campo diverse forme di protesta per denunciare l’inazione dei governi di fronte alla crisi climatica e chiedere l’uscita dal sistema dei combustibili fossili.
Donne
Nel 2022 L’Istat stima il numero dei femminicidi in 106, su un totale di 126 donne uccise, e il dato appare in linea con i tre anni precedenti. Nel 2023 il numero totale dei femminicidi, lesbicidi e transicidi secondo l’Osservatorio nazionale di Non Una di Meno è di 113, da dati aggiornati all’8 dicembre 2023. Sul piano occupazionale, sempre l’Istat registra nel 2022 un andamento incrementale del numero di donne occupate, con una percentuale che raggiunge il 42,2%. Nonostante questo, il divario con la media dell’UE (pari al 46,3%) resta consistente, e l’Italia si conferma uno dei paesi europei con il tasso più basso di occupazione femminile. Nell’attuale legislatura sono state approvate la legge n. 12 del 2023, che prevede l’istituzione di una Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio, la legge n. 122 del 2023, che interviene su alcuni aspetti procedurali relativi alla persecuzione dei reati di genere e la Legge 24 novembre 2023, n. 168, “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, entrata in vigore il 09 dicembre 2023, che ripropone interventi di natura emergenziale e in chiave securitaria, già dimostratisi inefficaci.
Libertà di espressione e informazione
Il 2022 è stato un anno nero anche per la libertà di espressione e di informazione in Italia. Sulla base di quanto emerge dal rapporto di Reporter senza frontiere (Rsf), nel 2022 il nostro Paese ha perso ben 17 posizioni, passando dalla 41° alla 58°, nella classifica che su centottanta Paesi misura il tasso di libertà di ogni Stato in relazione al pluralismo informativo, alla stampa, all’indipendenza dei media. Un dato positivo per il 2022 è che i casi di cyberbullismo sono diminuiti del 30%.
LGBTQIA+
Il 2022 è stato caratterizzato dall’assenza di una reale proposta legislativa in materia di diritti delle persone LGBTQIA+ e di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere. Sono ancora preoccupanti i numeri delle discriminazioni che subiscono le persone LGBTQIA+ in ambito lavorativo. Secondo ISTAT, il 41,4% delle persone ha riferito di essere stato svantaggiato nel corso della propria vita lavorativa a causa del proprio orientamento sessuale. Il 61,2% degli intervistati riferisce di aver evitato di parlare della propria vita privata fino anche a nascondere il proprio orientamento sessuale. L’osservatorio nazionale sui femminicidi, lesbicidi e trans*cidi, a cura dell’associazione Non Una Di Meno, ha registrato 117 vittime nel 2022, di cui 9 persone transessuali. Nel luglio 2023 è stata approvata e trasmessa al Senato la proposta di legge sulla perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano, da intendersi come crimine universale, e i cui rischi sui figli delle coppie omogenitoriali sono davvero preoccupanti.
Salute e libertà terapeutica
Riguardo al tema della libertà terapeutica, nel 2022 non era ancora stata attivata la campagna informativa sulle Disposizioni anticipate di trattamento (DAT), che avrebbe dovuto essere svolta entro aprile 2018. È stata creata la Banca dati DAT, ma il sito non offre informazioni su quante siano le Disposizioni depositate o sulla frequenza delle consultazioni. I dati rilevati dall’Associazione Luca Coscioni riflettono l’assenza di informazione: solo una maggiorenne su 215 avrebbe depositato le DAT e non sempre queste sarebbero state trasmesse alla Banca Dati nazionale. Sul tema del fine vita è intervenuta la Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile il referendum per l’eutanasia legale e rimandato nuovamente la questione del fine vita al parlamento, che però continua a non intervenire in materia, lasciando alle cittadine e ai cittadini e alle associazioni della società civile il compito di portare avanti questa battaglia.
Abitare
Il 2022 è stato l’anno in cui il PNRR ha preso forma ma anche quello in cui è stata rilevata la mancanza di un piano per implementare il numero di alloggi pubblici, gli investimenti mirati allo sviluppo dei settori privati come social housing e studentati, e la mancanza di un coordinamento su settori strategici come la rigenerazione urbana. Siamo uno dei pochi paesi europei che non investe più in edilizia residenziale pubblica e in Italia manca da trent’anni un piano strutturale e pluriennale sull’abitare, senza il quale a rimetterci continueranno ad essere le fasce economicamente più deboli. Nel 2023, quando l’attuale Governo ha deciso di ridimensionare il Reddito di cittadinanza ha annullato anche i contributi all’affitto, ossia il buono casa e la morosità incolpevole. Due contributi erogati storicamente a migliaia di famiglie, che durante la pandemia erano stati potenziati. Senza più sussidi e con un RdC, che destinava quota parte al costo della locazione, fortemente ridimensionato, si è deciso di non tentare alcuna calmierazione del settore immobiliare, lasciando le famiglie più fragili in balia delle dinamiche di mercato.
Rom e Sinti
In un quadro ancora caratterizzato da un elevato livello di discriminazione nei confronti delle comunità di origine rom e sinta, il 2022 può essere ricordato come l’anno della nuova Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti (2021-2030) adottata dall’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali. La strategia punta a risolvere le criticità delle precedenti strategie, e a mettere in campo un maggiore, quanto necessario, coinvolgimento delle comunità, attraverso una governance basata sui Piano di azione locale (PAL), specifici per ciascun territorio di riferimento. L’antiziganismo, ancora drammaticamente diffuso in tutto il paese, rischia di influenzare anche le scelte del Legislatore, come nel caso delle misure introdotte dal cd. Pacchetto sicurezza dell’autunno 2023, che rendono più facile la carcerazione per ragazze incinta autrici di reati come borseggio o accattonaggio. Una misura che, in base alle dichiarazioni del Ministro Salvini, sembra essere stata pensata appositamente per le ragazze e le donne rom.
Persona e disabilità
Anche nel 2022, come evidenziato dall’ISTAT, per le persone con disabilità permangono enormi difficoltà, in particolare in tre ambiti molto collegati tra loro: le difficoltà economiche delle famiglie, il lavoro e la partecipazione scolastica. In Italia le famiglie con persone con disabilità sono circa 2 milioni e 800 mila, pari al 10,7% delle famiglie, e svolgono un ruolo importante nella cura e nel contrasto al rischio di esclusione sociale. Il contributo dei familiari, in particolare le donne, spesso si traduce in un impegno gravoso in termini di tempo ed energie. Nel 2022 l’Italia è stata condannata dal Comitato ONU per la mancanza di tutele nei confronti dei caregiver familiari. In ambito lavorativo, solo il 31,3% delle persone tra i 15 e i 64 anni con limitazioni gravi è occupato, contro il 57,8% delle persone senza limitazioni. Lo svantaggio è ancora più netto per la componente femminile: risulta occupata solo il 26,7% delle donne con disabilità. Un altro dato da prendere in seria considerazione è quello emerso nella Mappa dell’intolleranza online 2022, redatta da Vox-Osservatorio Italiano sui Diritti, secondo cui le persone con disabilità sono la seconda categoria più odiata via social, con un netto e grave aumento dei dati rispetto all’anno precedente.
Istruzione
Nel 2022 c’è stata una riduzione dei finanziamenti alla scuola e si è passati da una spesa del 4,3% del PIL nel 2020 al 3,4% nel 2022. La legge di bilancio ha previsto l’innalzamento dei parametri per la costituzione delle autonomie scolastiche prevedendo una drastica ondata di accorpamenti fra istituti, una norma di risparmio che ridurrà progressivamente l’organico dei dirigenti scolastici e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) e il numero complessivo delle scuole. Ma utilizzare il criterio della diminuzione della popolazione studentesca per ridurre la spesa significa infierire su un sistema già in affanno e penalizzare i territori più in difficoltà. Servono maggiori finanziamenti a scuola, università e ricerca, non ulteriori tagli.
Libertà religiosa
Anche nel 2022 la retorica dell’invasione, smentita dai dati statistici, ha continuato a caratterizzare il dibattito pubblico con l’evocazione da parte di alcuni esponenti del nuovo governo del rischio di sostituzione etnica. Il tema della difesa delle tradizioni religiose e identitarie è stato centrale nel discorso politico e le politiche anti-immigrazioniste si sono intersecate con narrazioni islamofobiche e ostili alle minoranze etniche e religiose. Nel 2022 si sono registrati 241 episodi di antisemitismo, che comprendono dalle aggressioni fisiche alle minacce pubbliche e private. Il contrasto al riconoscimento dei pieni diritti in materia di libertà religiosa ha continuato a manifestarsi nel 2022 anche attraverso le numerose difficoltà che le comunità musulmane e altre comunità religiose con background migratorio hanno incontrato nell’apertura dei luoghi di culto, nell’assegnazione di aree cimiteriali e nel rispetto dei principi religiosi all’interno delle strutture di cura.