Pubblichiamo l’intervento del Sottosegretario di Stato con delega alle “Politiche antidroga” del Governo Meloni, Alfredo Mantovano così come pubblicato dal Dipartimento Antidroga.
Onorabile Chair, Distinte Autorità e Delegati,
L’Italia si associa pienamente alla dichiarazione dell’Unione Europea ma mi permetta di aggiungere alcune osservazioni a titolo nazionale.
In una recente visita in una comunità italiana di recupero per dipendenti ho parlato un po’ con una ragazza che oggi ha diciotto anni. In mezz’ora lei mi ha raccontato la sua vita: dopo una infanzia attraversata da conflitti fra e con i genitori, a undici anni, per evadere da una realtà pesante, per noia, per emulazione, inizia a fare uso di derivati della cannabis. A quindici anni passa alla cocaina e al crack. A sedici anni viene arrestata per aver commesso gravi reati, finalizzati ad acquistare stupefacenti, e la comunità diventa l’alternativa al carcere.
Non vi entra volentieri, all’inizio fa fatica a seguire le regole del nuovo gioco – un gioco teso a uscire dalla dipendenza e a riacquistare la libertà -, ma oggi è fra le guide di un gruppo di ragazze che affrontano la vita con coraggio. Storie come queste sono tante, e meritano risposte istituzionali concrete.
L’Italia ritiene necessario un approccio bilanciato alle politiche in materia di droga: occorre intervenire proattivamente per contrastare la produzione e il traffico di droghe a livello globale, interrompendo le rotte che si snodano attraverso mari e continenti. È quello che ha insegnato, fra gli altri, Giovanni Falcone, e che in tutto sul mondo continuano a fare coraggiosi e capaci magistrati e appartenenti alle forze di polizia, soprattutto nelle aree più esposte dell’America Latina o delle rotte asiatiche. Al tempo stesso vanno offerti a tutti servizi di prevenzione, cura e riabilitazione sociale e lavorativa.
Siamo contro l’uso di tutte le droghe, e non crediamo che in un ordinamento esista un diritto a fare uso di sostanze stupefacenti. Esiste invece il dovere di agire prima che la diffusione di talune sostanze provochi danni irreparabili. In questi giorni stiamo potenziando le attività di prevenzione per contenere la diffusione di potenti droghe sintetiche, tra cui quei fentanili che l’Italia ha inserito già dal 2020 nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Nel nostro Paese non abbiamo una emergenza in atto, ma vogliamo essere pronti.
Apprezziamo gli sforzi fatti dei colleghi americani con la costituzione dalla Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats e vediamo con favore l’entrata in vigore del regolamento di EUDA, Agenzia dell’Unione Europea, per potenziare il nostro collaudato sistema di allerta rapido europeo.
Abbiamo messo a punto un piano nazionale specifico per fentanyl e droghe sintetiche, con la collaborazione di tutti i Ministeri italiani, che tiene conto degli aspetti di prevenzione, contrasto, informazione, gestione del fenomeno. Le parole chiave per noi in questo periodo sono: informare/formare/sensibilizzare le categorie a rischio, approvvigionarsi di antidoti, standardizzare le procedure dei laboratori, potenziare i controlli per non fare entrare la sostanza nel nostro territorio e per evitarne un uso non sanitario rigorosamente controllato, monitorare la rete web anche per stroncare il traffico on line, attivare i servizi di urgenza per fare eseguire ricerche analitiche specifiche in caso di overdose, e così via. In una sola frase potrei riassumere:.fare rete per consentire la più ampia collaborazione e il passaggio di ogni informazione utile a tutelare la salute dei nostri concittadini. La prevenzione, soprattutto quella precoce, rimane il nostro punto di partenza: le relative attività vanno potenziate, proposte a target di età sempre più giovane, e riguardare non soltanto le sostanze stupefacenti, ma tutte le dipendenze patologiche senza distinzione. Questa è la linea vincente, dentro e fuori i confini nazionali! Perché, come sperimentano coloro che si occupano di dipendenze sia sul piano della prevenzione, sia su quello del recupero, quando curi una malattia puoi vincere o perdere, ma se curi una persona puoi solo vincere.
Anche in qualità di Presidenti del Gruppo Pompidou, vorremmo esprimere il nostro ringraziamento e apprezzamento a lei, Signor Presidente. Il Gruppo riafferma poi la propria convinta e opposizione all’uso della pena di morte per i crimini correlati alle droghe, in ogni circostanza e senza eccezioni, e si impegna per la promozione del diritto alla salute e per il potenziamento dell’accesso ai servizi sanitari e di trattamento: il diritto alla vita va garantito a tutti.
Al fine di migliorare l’attuazione di tutti gli impegni internazionali in materia di politiche sulle droghe, mi impegno a far sì che l’Italia finanzi il lavoro dell’UNODC per aumentare le attività di prevenzione attraverso l’assistenza tecnica, finanziando con 120.000 euro il progetto pilota “Friends in Focus” sui programmi peer to peer per i giovani nei Balcani occidentali e considerando un ulteriore sostegno al nuovo quadro di prevenzione dell’UNODC, l’iniziativa CHAMPS (CHildren AMplified Prevention Services).
Grazie per l’attenzione.