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Tre miliardi e 400 milioni di dollari. E’ stato questo secondo l’Onu il giro d’affari dell’esportazione dell’oppio afgano nel 2008. Una parte di esso sarebbe entrato nelle tasche dei guerriglieri talebani che si oppongono al presidente Hamid Karzai e alla presenza di forze straniere nel paese.

Su quale sia questa cifra non c’e’ accordo: 70-80 milioni di dollari secondo l’intelligence statunitense; oltre 400 milioni per l’agenzia dell’Onu per la Droga e la criminalita’.
Ma il dato piu’ sensazionale riguarda la fetta di mercato occupata dall’Afghanistan in questo settore: 93%, quasi un monopolio planetario che ha la sua capitale in alcune province afghane: Farah, Kandahar e soprattutto Helmand, quella che da’ piu’ filo da torcere alle forze della Nato.

Il rapporto dell’Onu (Afghanistan Opium Survey 2008) evidenzia poi che la cifra e’ superiore ai 3,1 miliardi di dollari registrati del 2006, ma in flessione consistente rispetto al 2007, quando il giro d’affari fu di 4,1 miliardi. Risultato collegato a un altro: per la prima volta da tempo la produzione di grano ha garantito il fabbisogno nazionale. Frutto del coraggio di contadini che hanno sfidato i mullah, che lucrano sulla coltivazione del papavero, optando per una riconversione delle colture.
Ma le coltivazioni del micidiale papavero sono ancora assai estese, e in un paese dove solo il 10-12% delle terre e’ coltivabile, le risorse finanziarie per la maggior parte della popolazione arrivano proprio dall’oppio. Nel giugno 2001 i talebani allora al potere proibirono la coltivazione del papavero, riducendo i redditi dei contadini. E mesi dopo l’Onu lancio’ un allarme per una possibile carestia.
Ritornati in clandestinita’ gli insorti hanno dimenticato i precetti applicati quando erano al governo e sfruttano l’oppio come i Signori della Guerra e i trafficanti di tutti i generi.
Lo stupefacente e’ cosi’ presente nella vita afghana che anche la campagna elettorale del presidente Hamid Karzai ne e’ stata turbata per la denuncia di un presunto legame della sua famiglia con i narcotrafficanti.
Il settimanale tedesco Stern ha riferito del sequestro di tonnellate di oppio a Kandahar in una tenuta del fratello di Karzai, Ahmad Wali, capo anche del consiglio provinciale di Kandahar. Il quale, pero’, ha seccamente smentito. (Ansa)