Camicia ocra, cravatta corvina, gagliardetto e stemma Spqr. D’epoca fin negli “anfibi” e volenterosi pure negli orari (un dopo pranzo afoso) cinque militanti dell’estrema destra hanno debuttato ieri come volontari della “Guardia Nazionale”, eseguendo pure il saluto del legionario. Promessa (mesi fa) dal Partito Nazionalista Italiano di Gaetano Say, la “Ronda nera” è durata circa un’ora. Mentre le polemiche sono ancora in corso, vivacissime.
Tra i volontari anche Maria Antonietta Cannizzaro, presidente nazionale dell’Msi-Dn, nonché moglie di Saya. “Pagliacciata” secondo i presenti: “Credevo fosse una fiction, invece no. Che buffonata…”, dice un commerciante della zona, mentre un dipendente dell’Exedra spiega: “Gli abbiamo chiesto di andare via, stupiti che le forze dell’ordine non intervenissero.
Una cosa di cattivo gusto anche se fosse servita a lanciare un prodotto”. E “pagliacciata” è anche per il sindaco Gianni Alemanno, che ha chiesto ufficialmente a prefetto e questore di intervenire: “Per evitare che la nostra città venga segnata dalla vergognosa pagliacciata delle ronde nere”.
Un suggerimento arriva dal senatore Pd Roberto Morassut: “Il sindaco dia un segnale netto e inequivocabile nei confronti di queste degenerazioni di destra estrema, rompendo ogni equivoco che possa far sentire certi gruppi tollerati o addirittura protetti. Cominci con il revocare la nomina di Stefano Andrini”. Morassut non derubrica l’iniziativa come semplice colore. Convinti dell’iniziativa, i “rondisti” promettono di replicare in periferia, scattando foto. Una di esse immortala Luca Peciola, Rifondazione, nel gesto (apertamente “iconoclasta”) di rovesciare coriandoli alle spalle del nostalgico gruppetto.