‘L’idea di un riconoscimento alla memoria per Stefano potrebbe essere un segnale ufficiale che lo Stato da’ a un suo cittadino che ha avuto la sfortuna di imbattersi in esecutori vigliacchi di una legge che non esiste.
Un riconoscimento alla memoria, perche’ da oggi tutto il paese non potra’ non avercene una, ricordando quello che ha subito quel povero ragazzo. Proprio da quello Stato che doveva proteggerlo. Non solo giudicarlo’. Questo si legge in un articolo pubblicato su Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini, sulla morte di Stefano Cucchi.
‘La storia di Stefano – scrive il magazine – ha permesso anche alla politica di interrogarsi, in maniera non strumentale, sulla necessita’ di una legislazione piu’ attenta a tutto quello che accade nel momento in cui un cittadino viene arrestato’.
Cucchi, si legge ancora sul magazine, ‘e’ diventato un eroe ‘di fatto”, un eroe ‘suo malgrado, come tanti in un’epoca in cui le guerre non si fanno piu’ ma si subiscono’. Una storia ‘paradigmatica’, quella di Cucchi, che ‘preannuncia forse un cambio di registro non solo nel mondo delle carceri ma anche nell’approccio della societa’ verso alcune categorie che troppo sbrigativamente vengono derubricate come ’emarginate’. Vuoi che siano ragazzi con problemi connessi alla droga, o con problemi di violenza o immigrati: sempre ‘persone’ sono e da tali devono essere trattate’.
‘Stefano – conclude l’articolo – ha costretto tutti a fare i conti con i limiti che uno Stato occidentale deve porsi nella gestione dell’ordine pubblico. Che il debole di suo, come ha detto il sacerdote durante la messa del trigesimo, non puo’ subire anche la ‘forza’ delle istituzioni’.
ALTRI TESTIMONI PER PESTAGGIO IN CELLA SICUREZZA TRIBUNALE – Si allunga l’elenco di chi sostiene di essere in grado di testimoniare che la mattina del 16 ottobre scorso nelle celle di sicurezza del Tribunale di Roma ebbe luogo il pestaggio di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni arrestato la sera precedente dai carabinieri per detenzione di sostanze stupefacenti. Si tratta di due detenuti che erano in attesa di comparire davanti al giudice e che si aggiungono al gambiano S.Y., ascoltato sabato scorso in sede di incidente probatorio e di un altro albanese che nei prossimi giorni sempre in incidente probatorio comparira’ davanti al giudice dell’indagine preliminare Luigi Fiasconaro.
I nuovi testimoni sono due di nazionalita’ italiana. Le loro dichiarazioni, comunque, non saranno al contrario delle altre due sottoposte al vaglio del gip perche’ con l’incidente probatorio assumano valore di prova definitiva. Essendo italiani infatti non c’e’ il rischio che i due possano lasciare l’Italia.
Sul piano delle indagini oggi c’e’ stato un incontro tra i pubblici ministeri Vincenzo Barba e Francesca Loi per fare il punto con uno dei consulenti medico-legali che collaborano all’indagine.
Sempre nell’ambito dell’indagine nei prossimi giorni e’ previsto un sopralluogo nelle celle di sicurezza insieme con il cittadino del Gambia che ieri nel corso di un interrogatorio avuto con i due pubblici ministeri ha approfondito alcune circostanze del suo racconto.