VANCOUVER – I Giochi surgelati. Non dal clima, ovviamente, dalle temperature miti che hanno messo a dura prova gli organizzatori, ma dal governo mondiale dell’antidoping a caccia di nuovi truffatori. Quel che non è possibile oggi, forse lo sarà domani: il principio che ispira l’ibernazione sarà alla base anche della politica dei test della Wada a Vancouver 2010. Il sangue prelevato durante le gare olimpiche sarà congelato e tenuto a disposizione per otto anni. Chi la fa franca in Canada assumendo sostanze al momento irrintracciabili, potrebbe essere smascherato in futuro, quando le procedure di individuazione saranno perfezionate. È già successo, forse succederà di nuovo. L’edizione estiva di Pechino parla chiaro: campioni celebrati e premiati con inni nazionali e medaglie del Cio sono stati privati dei loro titoli un anno dopo. A cadere nella rete Davide Rebellin, argento nel ciclismo su strada, insieme ad altri otto atleti tra i quali l’oro dei 1500 Ramzi.
Alcune specialità del programma olimpico invernale sono da sempre al centro dei sospetti, ideali per sostanze come il Cera, la cosidetta nuova Epo. Già l’edizione di Torino 2006 era stata turbata dallo scandalo dei biathleti austriaci, scoperti in possesso di sostanze dopanti durante un blitz dei carabinieri. Quattro anni dopo il Cio è alle prese con un altro scandalo, quello dei fondisti e biathleti russi: otto sospesi negli ultimi mesi per doping, tra i quali la tre volte campionessa olimpica Julia Tchepalova, l’oro Evgeni Dementiev ed il bronzo 2006 Alena Sidko. Una situazione scabrosa, soprattutto perché le prossime Olimpiadi invernali si celebreranno in Russia, a Sochi, ed a Mosca c’è malumore, come se si trattasse di una caccia alle streghe da parte del Cio in un mondo tutt’altro che limpido.
Ma per tornare a questi giorni, i Giochi canadesi ruotano soprattutto attorno ad un evento, il torneo di hockey atteso da anni da un popolo che adora ghaccio e bastoni. Non sempre è filato tutto liscio nel rapporto tra la Nhl ed il Cio per quanto riguarda l’antidoping, i test sui professionisti della potentissima lega sono stati considerati i meno convincenti tra i quattro sport che appassionano gli americani. Ma per questa edizione la Wada promette severità e controlli a tappeto: addirittura 420 test, con gli stessi metodi utilizzati per discipline meno in vista dell’hokey su ghiaccio.