Il premier del Montenegro, Milo Djukanovic, sarebbe al vertice di una ‘piramide criminale’ che assicura protezione al latitante Darko Saric, il narcotrafficante in fuga, dalla fine di gennaio scorso, da un mandato di cattura internazionale spiccato a suo carico da Belgrado. Sono accuse forti quelle che lancia Nebojsa Medojevic, leader dell’opposizione montenegrina, dalle pagine del quotidiano Glad Srpske. “E’ impossibile che il cartello di Saric sia cresciuto a livello globale senza che un singolo reato penale gli sia mai stato contestato in Montenegro” osserva Medojevic, che aggiunge di avere “forti indicazioni che Djukanovic protegga Saric”.
Cittadino serbo, ma natio del Montenegro, quest’ultimo è ritenuto la mente di un potente traffico internazionale di stupefacenti dal Sud America all’Europa: sulle sue tracce gli inquirenti di mezzo mondo sono finiti dopo il maxi sequestro di 2T di cocaina effettuato lo scorso ottobre in un porto uruguaiano, nell’ambito dell’operazione di polizia internazionale “Guerriero balcanico”.
“Possiedo le richieste di rinvio a giudizio e i capi d’accusa (a carico di Saric) preparate dalla procura” dichiara Medojevic, alla guida del Movimento per i cambiamenti (Pzp) e strenuo oppositore politico di Djukanovic. Dalla documentazione in suo possesso emergerebbe dunque che il premier montenegrino è “parte di una piramide criminale” e che avrebbe “esercitato pressioni” sui procuratori affinché ignorassero le informazioni sul conto del sospetto narcotrafficante “fornite per anni da polizia e agenzie di sicurezza alle procure”.
La latitanza di Saric sta rischiando di trasformarsi in una caso diplomatico tra Belgrado e Podgorica: anche l’antimafia serba crede infatti che Saric si stia nascondendo entro i confini del Montenegro.