METADONE LEGALE O ILLEGALE?
Alla redazione di “Fuoriluogo”
È mai possibile che la terapia del metadone sia legale per il Servizio pubblico per le tossicodipendenze (Sert), ma diventi illegale quando si tratta di rinnovare la patente?
Mio figlio ha 30 anni, con il metadone riesce a gestirsi abbastanza bene, in questi ultimi due anni ha conseguito il diploma di teoria e solfeggio al “Merlacchi” di Perugia e attualmente deve conseguire quello di composizione.
Lavora come stradino in alcune strade della provincia e la macchina per lui significa lavoro. Dovendo rinnovare la patente, ha dovuto interrompere la terapia del metadone, con le possibili conseguenze che ne possono derivare. Dopo quattro esami di tipo “borbonico”, oggi è stato visitato e controllato al cospetto di tre persone: l’infermiere, il medico dirigente del servizio medico-legale e un dermatologo dell’esercito. Per essere giudicato idoneo alla guida è stato denudato e controllato minuziosamente nelle parti più intime. Quindi, sempre nudo, ha dovuto urinare.
Confidando sul solo aiuto della famiglia, abbiamo percorso 800 metri di un tunnel lungo un chilometro, non vorremmo dover tornare indietro, perché per alcuni il metadone è uno stupefacente.
Neno, Rieti
Risponde Riccardo Bordoni*
Il problema che ci sottopone il lettore Neno, di Rieti, è un esempio classico della confusione e della contraddittorietà della legislazione italiana.
Confusione: il Codice della strada (art. 187) parla, per il ritiro della patente, di guida “… in condizioni di alterazione fisica e psichica correlata con l’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope…”. È chiaro che questo non è il caso del figlio del signor Neno. Ma l’idoneità alla guida è demandata alle Commissioni mediche locali – patenti di guida, e ognuna agisce in piena autonomia e quindi anche in difformità dalle altre. Difficilmente in questi organismi vi è un esperto di tossicodipendenza e pertanto, con la cultura dominante, è frequente l’equazione: metadone uguale stupefacente uguale non idoneità alla guida. In realtà, in questi casi, il metadone è solo un farmaco che non solo non produce alterazioni psicofisiche, ma serve proprio a impedire le conseguenze della astinenza da eroina.
Contraddittorietà: per l’art. 75 del testo Unico sugli stupefacenti, a chi fa uso personale di droghe (in questo caso di eroina) è ritirata la patente di guida (comma 1), ma, per il comma 9, si sospende il ritiro se il soggetto va al Sert per sottoporsi a un trattamento che, molto spesso, prevede l’uso del metadone. Pertanto chi, scoperto a usare eroina, inizia un trattamento con metadone, non subisce alcuna sanzione, mentre viene punito che è già in trattamento. Siamo al paradosso. Cosa fare, allora? A Firenze, ad esempio, la Commissione medica locale ha stilato un regolamento, con la collaborazione dei Sert, della Tossicologia Forense dell’Università e con l’assistenza dell’Ordine dei Medici, nel quale si dice, a proposito di chi è in cura metadonica: “sarà del soggetto provare, con adeguata certificazione del Servizio di appartenenza, il suo eventuale trattamento con metadone: questa evenienza esclude la ricerca urinaria del metadone”. Com’è semplice risolvere un problema, anche difficile, quando se ne ha voglia!
* Medico, è stato a lungo responsabile di un Sert