‘La scelta di Yuri Fedotov come mio successore alla testa del programma antidroga e anticrimine dell’Onu pone fine a otto anni di colpevole inazione e significa il ritorno del tema dei narcotici all’ordine del giorno della vita internazionale’. A sostenerlo e’ Pino Arlacchi, direttore dell’Unodc dal 1997 al 2002, e attuale parlamentare europeo.
‘Ho conosciuto Fedotov a New York – prosegue Arlacchi – dove era il vice-rappresentante della Federazione Russa al Palazzo di Vetro, e ho avuto modo di apprezzare le sue doti di fine diplomatico e di persona integra e ferma nelle sue convinzioni.
Assieme al suo capo, Lavrov, che e’ l’attuale ministro degli esteri russo, abbiamo sviluppato un rapporto di collaborazione e di amicizia che e’ proseguito nel tempo. Sono certo che Fedotov sapra’ dare impulso alle politiche antidroga dell’Onu, fissate durante il mio mandato. Ho proposto e fatto approvare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1998 una strategia decennale di riduzione della domanda di droghe e di eliminazione delle colture di oppio e coca in tutto il mondo’.
‘La validita’ di questa strategia – sostiene Arlacchi – e’ stata riaffermata l’anno scorso dai Paesi convenuti a Vienna per la revisione dei suoi risultati. Il mio piano e’ stato riconfermato per altri dieci anni, fino al 2019. Il mio successore lavorera’ quindi lungo un solco ben definito. Il prossimo passo sara’ l’eliminazione dell’oppio afgano attraverso un grande piano di riconversione delle produzioni che conto di far approvare nei prossimi mesi dal Parlamento Europeo, e di mettere in pratica assieme a Fedotov’.
Articolo di Redazione
Pino Arlacchi, colui che promise un mondo senza droghe in 10 anni giusto 12 anni fa, si complimenta con il suo successore all’UNODC, prendendosela con Antonio Maria Costa e rivendicando la giustezza della sua strategia.