Con oltre la metà delle schede scrutinate la proposition 19, il referendum per la legalizzazione e tassazione della marijuana in California, si avvia verso la sconfitta. Già gli ultimi sondaggi a pochi giorni dal voto avevano visto l’inversione di tendenza dell’elettorato rispetto al confortante inizio di campagna. Gli exit poll all’uscita dai seggi californiani danno per sconfitta la prop. 19 mentre lo spoglio ufficiale, giunto al 56% delle schede scrutinate, vede prevalere i no con il 54.8% mentre i si si attestano al 45.2%.
Un risultato comunque positivo per i promotori che sul web rilanciano la sfida per il 2012. Perchè se il sito della campagna ha avuto problemi di sovraccarico per il boom di accessi a poche ore dal voto, la campagna lanciata con mezzi limitati (rispetto agli standard delle altre campagne referendarie californiane), ha riscosso un grande interesse, in particolare fra i giovani, e ha permesso di coalizzare sul tema antiproibizionsta della ragionevolezza un vasto schieramento eterogeneo. Dal National Black Police Association al National Latino Officers Association, sino a sindacati e chiese della California, gruppi di studenti, circoli democratici si sono infatti schierati a favore della Proposition 19, e questo nonostante la posizione pressochè compatta dell’establishment politico statunitense, contrario – a partire dal Presidente Obama – alla legalizzazione e tassazione della marijuana.
Ma qualche segno di scricchiolio il sistema proibizionista ha cominciato a darlo secondo Richard Lee, uno dei promotori. A cominciare dal “Governatore Schwarzenegger che ha firmato poche settimane fa il provvedimento SB 1449?, che riduce le pene per il possesso di marijuana a semplici infrazioni, limitando così sia l’esborso di soldi pubblici per la repressione dei consumatori di cannabis, che la presenza di migliaia di innocui cittadini nelle galere californiane. E un recente sondaggio Gallup ha visto arrivare al 46% gli americani che pensano che la marijuana “dovrebbe essere resa legale”, il più alto risultato da quarant’anni a questa parte.
Sono poi i giovani a dare speranza al movimento antiproibizionista: il 70% dei giovani fra i of 18-29 anni sono favorevoli alla legalizzazione e la maggior parte dei sostenitori economici della campagna elettorale sono stati proprio giovani e residenti nella Silicon Valley, ovvero coloro che potranno rappresentare nei prossimi anni una speranza di cambiamento nell’indirizzo politico e nella leadership. E l’aria di cambiamento ha ispirato analoghi referendum in altri stati, come Washington, Nevada e Colorado e nel Rhode Island.
Per Richard Lee anche se la proposition 19 non passerà “sappiamo di aver ottenuto una enorme vittoria morale, e che ci sono milioni di persone nel paese che sono pronti a finire il lavoro che abbiamo iniziato oggi”. Insomma, in California si è perso, ma era solo l’inizio del cammino antiproibizionista: l’obiettivo ora è dunque il 2012.