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Sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto, come avviene per tutte le esperienze collettive segnate profondamente sia dal grande entusiasmo iniziale sia dal quadro politico ove sono state concepite, ma la conclusione dell’esperienza di Fuoriluogo ci ha colto in parte impreparati. Ma non per questo vogliamo sottrarci a qualche riflessione da condividere coi lettori. Innanzitutto desideriamo come Lila ringraziare Gruppo Abele e il manifesto che, in fasi successive, hanno ospitato Fuoriluogo; senza di loro e la loro convinzione e sostegno quest’esperienza non sarebbe stata possibile. Fuoriluogo ha contribuito certamente a diffondere riflessioni, conoscenze ed esperienze sul campo delle “droghe” prestando sempre uno sguardo oltre il giardino di casa. La riflessione comune ci ha accompagnato oltre l’eroina a spaziare verso le cosiddette “nuove droghe” ma anche ad approfondire la tematica dei diritti individuali e collettivi. Questo intreccio è stato uno degli elementi più caratteristici. Abbiamo misurato con mano i limiti di una concezione “settoriale” dei diritti, il superamento del concetto di cittadinanza, l’urgenza di riproporre una concezione universalistica dei diritti e del diritto. Questi ultimi anni ci hanno fatto scoprire sempre di più come la “frattura sociale” delle nostre società segni pesantemente la vulnerabilità dei diversi soggetti anche verso una malattia come l’Aids; quando poi ci confrontiamo con la divisione “nord/sud” del mondo non vi è dubbio che l’Hiv diventa un paradigma inevitabile delle drammatiche conseguenze della globalizzazione selvaggia. Per questo la Lila ha ritenuto di assumere in questi anni responsabilità nel campo dei diritti e dell’accesso ai servizi sia a livello comunitario sia in progetti di collaborazione con il sud del mondo. Abbiamo cercato di portare questo nostro percorso anche su Fuoriluogo speriamo almeno in parte di esserci riusciti. Se la riflessione è certamente progredita ci pare che non altrettanto sia avvenuto nel quadro politico italiano. Le conclusioni della Conferenza sulla Droga di Napoli risultano dopo quasi due anni ancora del tutto inattuate. Alcune persone che con noi hanno condiviso importanti battaglie contro i danni del proibizionismo oggi hanno importanti responsabilità politiche; gli auguriamo di raggiungere i risultati insieme auspicati. Come Lila rivendichiamo la nostra autonomia da qualunque quadro politico, non solo rifiutiamo ogni collateralismo ma crediamo che forse oggi più del passato assume importanza il ruolo di stimolo, di denuncia e di proposta. Per ora ci limitiamo a proporre ai lettori una discussione attorno alla possibilità di organizzare nel marzo ‘99, a due anni dalla Conferenza di Napoli, un forte evento pubblico di pressione verso le istituzioni. Il tempo su certi argomenti non è oro ma vita! Un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno seguito e a coloro che hanno contribuito alla redazione di questo giornale unendo impegno e forze alle risorse forse limitate, ma per noi importanti, che siamo riusciti a destinare a quest’esperienza. Nella speranza di non interrompere il cammino comune coi lettori grazie alla sempre ampia disponibilità e sensibilità de il manifesto.

Coordinamento Nazionale Lila