I talebani afghani producono piu’ oppio di quanto il mercato possa assorbire e immagazzinano l’eccesso, considerandolo come una sorta di ‘conto di risparmio’. E’ quanto emerge da cablogrammi Nato rivelati da Wikileaks e riguardanti dichiarazioni nel settembre 2009 dell’ allora direttore esecutivo dell’Ufficio Onu per le droghe e il crimine (Unodc), Antonio Maria Costa.
Il materiale riguarda informazioni fornite da Costa in un incontro il 18 settembre 2009 con i vertici della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), sotto comando Nato.
Il responsabile sottolineo’ che l’oppio non era una questione dell’Afghanistan in generale, ma ‘specificamente dell’Afghanistan meridionale, dove si produce il 99% di questo stupefacente’, base anche per la preparazione dell’eroina.
Costa confermo’ l’efficacia dell’azione militare nella provincia meridionale di Helmand, aggiungendo pero’ che il problema sara’ risolto solo quando i contadini afghani riceveranno reali alternative ai prezzi alti pagati dai trafficanti di stupefacenti per i raccolti di oppio.
Nel cablogramma si sostiene poi che l’Afghanistan aveva in quel momento stock per 12.400 tonnellate di oppio, ‘a causa di una produzione superiore alla domanda di consumo mondiale’ e che ‘gli insorti trattengono volontariamente i quantitativi non immettendoli nel mercato trattandoli come ‘conti di risparmio”.
In questo ambito Costa sottolineo’ il pericolo di questi stock come ‘vera e propria fonte di finanziamento dei talebani’, incoraggiando i servizi di intelligence a seguirne immagazzinamento e movimento.