I funghi a base di ‘psilocibina’, droga psichedelica molto diffusa negli anni Settanta vengono oggi riabilitati per potenziali applicazioni mediche da studiosi della Johns Hopkins university di Baltimora.
Test condotti su 51 volontari hanno infatti evidenziato che l’allucinogeno ha indotto ‘positivi cambiamenti’ nella personalita’ di piu’ della meta’ dei partecipanti: il 60% delle persone sottoposte alla sperimentazione -spiega il rapporto- ha mostrato una decisa trasformazione in termini di ‘apertura mentale e creativa’. I tratti che si sono rafforzati sono quelli dell’immaginazione, delle idee astratte, dei sentimenti, del senso estetico e i cambiamenti sono durati almeno per i 14 mesi in cui i soggetti sono stati sottoposti a controlli.
Un tempo cosi’ lungo da far ritenere agli esperti guidati da Roland Griffiths, professore di psichiatria e neuroscienza alla Johns Hopkins, che la personalita’ possa infatti aver subito una trasformazione definitiva.
Nessun effetto invece il fungo ha avuto sui tratti delle personalita’ legati a nevrosi, piacevolezza, estroversione e sereieta’.
I volontari sono stati sottoposti a cinque sessioni di test psico-emotivi della durata di 8 ore l’una dopo avere ingerito il fungo o un placebo: solo in una di queste sessioni e’ stato in realta’ somminiatrato loro il fungo ma gli effetti sulla loro immaginazione si sono resi evidenti subito.
Pubblicato sulla rivista ‘Journal of Psychopharmacology’, lo studio viene gia’ considerato una pietra miliare in quanto prova che la personalita puo’ cambiare in profondita’ anche dopo i 30 anni.
Quanto alle proprieta’ del fungo di per se’, Graffiths le definisce ‘affascinanti’ e ipotizza un uso terapeutico della sostanza per aiutare i malati di tumore contro depressione e ansia e i fumatori a smettere il vizio.